Omicidio in distributore carburante,atti forse a Dda reggina

(ANSA) – GIOIA TAURO, 15 GEN – È Giuseppe Mazzaferro, di 38
anni, il soggetto sottoposto ieri sera a fermo di polizia
giudiziaria dai carabinieri per l’omicidio di Massimo Lo Prete,
50 anni ucciso due sere fa in un distributore di carburante
sulla statale 18, a Gioia Tauro. Gli investigatori sono arrivati
a Mazzaferro grazie a una ricostruzione di alcuni elementi
trovati sul luogo del delitto. Ancora non è chiaro il movente
del delitto ma, stando a una prima ricostruzione, sia il
soggetto fermato che la vittima erano già noti alle forze
dell’ordine per droga e avevano frequentazioni con persone
legate alla criminalità organizzata locale.
    Il nome di Massimo Lo Prete, detto “Mangiapanini”, infatti,
compare in diverse inchieste, anche recenti, sul traffico di
sostanze stupefacenti. Era intestata a lui una delle auto
utilizzate da un indagato arrestato nell’indagine “Nuova Narcos
Europea”. Di Lo Prete, inoltre, hanno parlato alcuni
collaboratori di giustizia come Antonio Russo che, nel 2014, lo
ha definito un “grosso trafficante di droga” che “conduce un
tenore di vita molto alto” ed è “chiaramente legato ai Molé”. In
alcune occasioni, invece, sempre Lo Prete, che gestiva
un’attività di autonoleggio, è stato controllato dalle forze
dell’ordine in compagnia di soggetti imparentati con la cosca
Piromalli.
    In merito all’omicidio, avvenuto mentre Lo Prete era a bordo
della propria auto, una Fiat Panda, ferma vicino alla pompa di
benzina del distributore, i carabinieri stanno cercando di
capire se il delitto è maturato negli ambienti della ‘ndrangheta
gioiese. Tutto dipenderà da cosa emergerà dalle indagini ancora
coordinate dalla Procura della Repubblica di Palmi, diretta da
Emanuele Crescenti. Indagini che, nelle prossime ore, potrebbero
passare alla Dda di Reggio Calabria coordinata dal procuratore
Giovanni Bombardieri. (ANSA).
   


Fonte originale: Leggi ora la fonte