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(ANSA) – ROMA, 17 GEN – “Venire qui e rivedere quelle facce è
ogni volta un’agonia. Le sensazioni sono sempre le stesse. Il
fratello di Luca neanche lo portiamo più perché ogni volta che
veniva stava male”. Lo ha detto Alfonso Sacchi, il padre di
Luca, ucciso a Roma il 23 ottobre del 2019, a margine dalla
prima udienza del processo di appello che vede imputate quattro
persone.
In primo grado Valerio Del Grosso, autore materiale dello
sparo, è stato condannato a 27 anni mentre il suo complice
nell’aggressione, Paolo Pirino, è stato condannato a 25 anni,
così come Marcello De Propris, che consegnò la pistola. Per la
fidanzata di Sacchi, Anastasiya Kylemnyk, accusata di violazione
della legge sugli stupefacenti una condanna a 3 anni mentre era
stato assolto Armando De Propris accusato del possesso
dell’arma. I giudici hanno aggiornato il procedimento al
prossimo 14 febbraio: in quella data il pg Francesco Mollace
farà la relazione e le richieste di condanna.
Il padre di Luca ha aggiunto che “la perdita di un figlio è
una cosa che non dovrebbe mai accadere. Potete immaginare quello
che provano due genitori e un fratello che hanno perso la cosa
più grande, perché non c’è nulla di più grande dei figli e
questo è un dolore che ti porti a vita. Cerchiamo di andare
avanti e passare le giornate senza pensare e speriamo che
l’appello confermi la sentenza di primo grado”. (ANSA).
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