Dalla conferenza internazionale di alto livello sulla soluzione a due Stati, organizzata da Francia e Arabia Saudita a margine dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, arriva oggi un passo che potrebbe segnare la storia diplomatica: dodici Paesi hanno annunciato il riconoscimento ufficiale dello Stato di Palestina. Tra questi figura anche San Marino, accanto a grandi e medie potenze occidentali come Australia, Canada, Regno Unito e Francia.
Il gruppo complessivo comprende Australia, Belgio, Canada, Finlandia, Francia, Lussemburgo, Malta, Nuova Zelanda, Portogallo, Regno Unito e San Marino, con l’aggiunta del Principato di Monaco. Alcuni, tra cui Canberra, Ottawa, Londra e Lisbona, avevano già formalizzato la scelta domenica.
Il presidente francese Emmanuel Macron ha spiegato la scelta di Parigi parlando di un riconoscimento “in nome della pace” e sottolineando la necessità di fermare il conflitto: l’apertura di un’ambasciata palestinese, ha osservato, dipenderà dal cessate il fuoco e dal rilascio degli ostaggi. Sullo stesso tono, il principe Alberto II di Monaco ha evidenziato che la soluzione a due Stati significa riconoscere al popolo palestinese il diritto a uno Stato sovrano e democratico, garantendo contemporaneamente a Israele confini sicuri.
Durissime invece le reazioni di Stati Uniti e Israele, che bollano l’iniziativa come “puramente simbolica”, mentre il Presidente Donald Trump la etichetta come “un regalo ad Hamas”. Italia e Germania hanno adottato una linea più cauta, giudicando prematuro un riconoscimento formale.
La partita diplomatica che si gioca all’ONU non chiude certo il conflitto, ma segna un passaggio dal forte valore politico: il consenso crescente intorno al principio dei due Stati rilancia l’immagine di un mondo diviso, con chi punta a riaprire i canali della pace e chi bolla l’iniziativa come vuota retorica.