Onu. Silurato Leon, un tedesco al suo posto

koblermartinIL TEDESCO Martin Kobler nuovo inviato dell’Onu per la Libia al posto dello spagnolo Bernardino Leon. La fuga di notizie nel momento più delicato della trattativa di pace ha fatto infuriare la Farnesina che teme una totale delegittimazione dello spagnolo. Al punto che da New York è intervenuto il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. «Nessuno – ha avvertito – approfitti di una scadenza del mandato di Bernardino Leon per indebolire in questa fase l’inviato Onu in Libia. O si chiude il lavoro per arrivare a un accordo con Bernardino o si dovrà ricominciare da capo col rischio di una degenerazione enorme della situazione».
«Tutti sapevano – ha aggiunto – che il mandato di Leon è scaduto due settimane fa, ma nessuno deve approfittare della scadenza per considerare meno legittimato l’inviato dell’Onu». O sostiturlo al volo. E così vista l’indiscrezione uscita su un quotidiano, l’Italia si è mossa. «Assieme al presidente del consiglio Matteo Renzi abbiamo chiesto esplicitamente a Ban Ki Moon che consideriamo molto importante da parte sua un messaggio di forte sostegno a Leon, non solo al suo lavoro, ma anche al suo ruolo di inviato». «Ban condivide questa posizione – ha aggiunto Gentiloni – ed ecco perché sarà domani (oggi per chi legge. Ndr) alla riunione con Leon, le parti libiche, il segretario di Stato John Kerry e altri Paesi coinvolti nel negoziato». Sperando che ai libici basti.

L’ACCORDO di pace si è incartato sui nomi di presidenti, vicepresidenti e ministri della Difesa, dell’Economia e degli Interni. «C’è una discussione finale sui nomi del nuovo governo di unità nazionale – conferma Gentiloni – e non è facile. Siamo all’80% dell’accordo e chi si tira fuori se ne dovrà assumere le responsabilità in termini di isolamento nella comunità internazionale». Nella trattativa per il dopo Leon, l’Italia si era mossa per tempo, ben sapendo che non avrebbe potuto rivendicare lo scranno. «La consuetudine Onu nella scelta degli inviati per le situazioni di crisi – ha spiegato Gentiloni – non è favorevole ad assegnare incarichi alle ex potenze coloniali». Ma quello che l’Italia poteva fare ed ha fatto è stato cercare di orientare la scelta verso un esponente di un paese in sintonia con la nostra politica estera. Fu così per la nomina di Leon ed è stato così per Martin Kobler, uno stimato diplomatico delle Nazioni Unite, già ambasciatore tedesco in Iraq ed Egitto, poi in Iraq e Afghanistan con l’Onu, che dal 2013 dirigeva la missione delle Nazioni Unite in Congo.
La Farnesina, che ha un ottimo rapporto con il ministro degli Esteri tedesco Steinmeier e condivide in Libia gli stessi interessi strategici di Berlino, lo ha preferito a candidati francesi e britannici, portatori di interessi forti e con agende diverse dalla nostra. Kobler sì, quindi, ma non ora era qual che si aspettava la nostra diplomazia. Aver dato da parte dell’Onu dato con leggerezza il cambio per cosa fatta rischia di fare impazzire al situazione e far ricominciare da capo il gioco dell’oca libico. Un passo avanti e due indietro. E lo Stato Islamico e i trafficanti a festeggiare.