Nella Repubblica di San Marino sono state superate le 40mila vaccinazioni. Si respira un’aria di festa, di libertà, di speranza. L’atmosfera è quasi surreale: nessun nuovo caso, pochissimi gli attualmente positivi (e comunque tutti a casa, mai ricoverati), chiuso il reparto Covid, nessun paziente in terapia intensiva. E mentre il peggio sembra essere passato, i giovani, per più di un anno ai “domiciliari”, si ritrovano al bar, al ristorante, anche al chiuso, a mangiare come si faceva in epoca pre-Covid. Molti tengono le mascherine abbassate, non c’è più il coprifuoco, si può fare nottata ma ancora non si può andare in discoteca (almeno fino al 19 giugno, quando si terrà la prima serata in cui potranno entrare solo i vaccinati, i guariti o chi si è sottoposto a un tampone).

La ricetta “vincente” di San Marino si chiama Sputnik V, il vaccino russo adesso somministrato anche ai turisti che ne fanno richiesta. In questi giorni, infatti, stanno arrivando persone da Dubai, Australia, Usa, Perù, Filippine, Colombia e Svezia, solo per citare alcuni Paesi. Non c’è il nostro però. Gli italiani non si scoraggiano – ci raccontano – e tempestano di telefonate gli albergatori della piccola repubblica provando in tutti i modi a ottenere il vaccino. Ma niente da fare. Le autorità locali sono rigidissime: se hai la residenza in Italia, non puoi avere lo Sputnik V. Per tutti gli altri, compreso un italiano residente a Dubai, invece, è stato possibile ricevere il farmaco russo pagando sei notti di albergo (tre per la prima dose, tre per la seconda) oltre a un contributo di 50 euro. Una procedura semplicissima che sta dando una boccata d’ossigeno agli albergatori, messi in ginocchio dalla pandemia. Lo chiamano “turismo vaccinale”. Gli unici a boicottare lo Sputnik sono i no-vax, tra cui diversi sanitari dell’ospedale di Stato di San Marino.