Ora Crimi sconfessa Di Maio: “Sansa è il nostro candidato”

L’intesa tra il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico sul candidato comune per le regionali di settembre in Liguria è durata, come si suole dire, da Natale e Santo Stefano. Ferruccio Sansa, giornalista de Il Fatto Quotidiano di Marco Travaglio, è l’uomo che i giallorossi avevano scelto per contrapporsi alla corsa del governatore uscente Giovanni Toti. La “penna” del Fatto dovrebbe essere a figura federatrice di una vasta coalizione che mette insieme il M5s, il Pd, Liberi e Uguali e una manciata di liste civiche.

Tutto sembrava fatto, tanto che il diretto interessato ha rilasciato interviste per presentarsi e per presentare il proprio progetto di Liguria, sua terra natia. E invece è arrivato lo stop dall’alto, dagli alti piani della compagine pentastellata. Ad avere dubbi non è solo il padre fondatore e attuale garante del Movimento Beppe Grillo – anche se in seconda battuta è stato smentito lo “stop” del comico a Sansa – , ma soprattutto l’ex leader grillino Luigi Di Maio.

La Repubblica racconta infatti che il profilo di Ferruccio Sansa – peraltro scelto dopo una lunga trattativa con i dem – è indigesto all’attuale ministro degli Esteri. Il quotidiano diretto da Maurizio Molinari ha riportato lo sfogo del titolare della Farnesina. In riferimento a Sansa, Di Maio dice stizzito: “Mi ha sempre attaccato. Non possiamo candidare chi ci è sempre andato contro. Il Movimento così è allo sbando. Dobbiamo rialzare la testa”. Insomma, Sansa gli ha remato contro e quindi non va bene.

È arrivato però l’intervento a gamba testa di Vito Crimi, attuale reggente del Movimento 5 Stelle: nei fatti, Crimi ha smentito Di Maio, confermando l’appoggio del partito alla corsa di Ferruccio Sansa. Infatti, stando a quanto appresso dall’Adnkronos da fonti parlamentari, in mattinata Sansa ha avuto un colloquio telefonico con Crimi, che lo ha rassicurato invitandolo ad andare avanti, confermandogli il sostegno del M5s, nonostanta la posizione contrario dell’ex ministro del Lavoro.

Se saltasse l’accordo elettorale in Liguria sarebbe clamoroso: non solo per le goffe modalità, ma anche per il fatto che al momento è (o meglio, era) l’unico asse che i giallorossi erano riusciti a costruire a livello regionale, visto che alla tornata di settembre si voterà in sei regioni – Veneto, Liguria, Toscana, Marche, Campania e Puglia – e a questo punto il M5s e il Pd rischiano di presentarsi separati ovunque. Non proprio una prova di unità, ecco.

Adesso la maggioranza giallorossa dovrà risedersi al tavolo e trovare una mediazione: Di Maio ingoierà il rospo e si farà andare bene Sansa, oppure il giornalista sarà costretto a fare un passo indietro pur di accontentare il ministro degli Esteri? Staremo a vedere.

Nel mentre, proseguono i tentativi di fare fronte comune almeno Puglia, dove Raffeale Fitto per il centrodestra cercherà di evitare il secondo mandato di Michele Emiliano. Per questa ragione negli ultimi giorni i dem, con l’appoggio anche del premier Giuseppe Conte, sono in pressing sui cinque stelle per andare a braccetto a sostegno del presidente uscente.

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