Il M5S, non più “vergine”, pronto a varare il nuovo codice di comportamento: l’espulsione non sarà più automatica.
Il Movimento Cinque Stelle si è sporcato le mani e ha perso la “verginità”.
Il caso Roma insegna: impossibile non incappare nelle maglie della magistratura. Così anche i manettari sono costretti a diventare garantisti.
Questa mattina, infatti, Beppe Grillo ha varato il nuovo codice di comportamento per gli iscritti e gli eletti a Cinque Stelle. La novità più grande? L’avviso di garanzia non è più una macchia indelebile sul capo dei politici – almeno per quelli grillini -.
“La ricezione, da parte del portavoce, di informazioni di garanzia o di un avviso di conclusione delle indagini non comporta alcuna automatica valutazione di gravità dei comportamenti potenzialmente tenuti dal portavoce stesso, sempre salvo quanto previsto al punto 5″, recita il nuovo codice di comportamento che sarà votato domani dagli iscritti. E che rimette “al Garante” (cioè il “padre-padrone” Beppe Grillo), al “Collegio dei Probiviri” o al “Comitato d’appello” “la valutazione della gravità di fatti che configurano i c.d. reati d’opinione ipotesi di reato concernenti l’espressione del proprio pensiero e delle proprie opinioni, ovvero di fatti commessi pubblicamente per motivi di particolare valore politico, morale o sociale”.