Ora lo ammettono anche i tedeschi: “Ci arricchiamo danneggiando l’Ue”

Il problema del surplus commerciale della Germania è un tema che deve interessare tutti. Per anni la questione è stata quasi sottaciuta. Non perché non se ne dovesse parlare, ma perché in fondo non interessava. Berlino era il motore dell’Unione europea, Angela Merkel era la leader indiscussa e indiscutibile del continente. E in fondo nessuno a Bruxelles era interessato a mettere in dubbio le politiche della leader del partiti più importante della maggioranza dell’Europarlamento e della guida della locomotiva europea.

Poi qualcosa è cambiato. Il vento sovranista ha messo in dubbio le granitiche certezza filo-tedesche che caratterizzavano i vari governi europei. E dall’altra parte dell’Atlantico, è arrivato Donald Trump, che si è abbattuto come un macigno sulla Germania andando direttamente al cuore del problema: la politica industriale e commerciale promossa da Angela Merkel e che rappresenta uno dei temi principali nell’agenda politica americana. Basta ricordare uno dei tweet del presidente Usa riguardo alla politica commerciale tedesca:

A quel punto, ciò che sembrava essere un tabù, si è rivelato un qualcosa di criticabile e di non più difendibile a priori. L’Europa è in crisi, Berlino non ha più una leader forte, e la crisi, che sembrava essere risolta dalle politiche di Bruxelles, si è rivelata un problema ancora esistente. Così, il problema del surplus commerciale tedesco è tornato a essere di nuovo argomento di interesse comune. Tanto che anche in Germania, qualcuno ha iniziato a capire che la politica commerciale voluta dai governi della Grande Coalizione è stata un errore. Soprattutto dopo che quest’anno il surplus commerciale ha fatto registrare un nuovo record: 36,5 miliardi di euro.

Di fronte a queste cifre, il problema è serio. Ma è serio non solo per gli Stati Uniti, ma soprattutto per i partner europei. Tanto è vero che anche l’Swp, l’Istituto tedesco per gli affari e la sicurezza internazionale, ha dichiarato che il surplus è dannoso per l’Europa e per i Paesi limitrofi. Non solo, ma gli analisti di questo think-tank, che è anche vicino alle posizione della Merkel, hanno smantellato la tesi secondo cui il surplus è legato a decisioni della imprese su cui il governo non può mettere il naso. Ipotesi smontata totalmente nelle poche pagine pubblicate dall’Swp.

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