Ora scatta l’inchiesta su Report-Renzi: cosa può succedere

Nella riunione tenutasi oggi l’Ufficio di presidenza del Copasir, con riferimento alla vicenda Report-Renzi, ha convenuto di deliberare nella prossima seduta, in sede plenaria, “l’avvio della procedura di cui all’articolo 34 della legge 124/2007 che prevede di richiedere al presidente del Consiglio dei ministri l’attivazione delle inchieste interne ai sensi dell’articolo 4, comma 3 lettera i) della medesima normativa”. A renderlo noto è stato lo stesso Comitato.

In sostanza, il Copasir ha deciso di richiedere al premier Mario Draghi l’autorizzazione ad attivare un’inchiesta interna dopo le notizie diffuse dalla trasmissione Report dell’incontro avvenuto in un autogrill tra il leader di Italia viva e il capocentro del Dis, l’agenzia che coordina l’Aisi e l’Aise (i servizi segreti che si occupano rispettivamente dell’interno e degli esteri), Marco Mancini.

La decisione del Comitato risale alla seduta di martedì scorso, dopo l’audizione del direttore del Dis Gennaro Vecchione, di cui ieri Draghi ha deliberato la sostituzione con Elisabetta Belloni, dedicata proprio al caso dell’incontro. Nella prossima seduta, come ha fatto sapere il presidente Raffaele Volpi, il Copasir avvierà la procedura prevista dall’articolo 34 della legge sull’intelligence, che prevede che l’organismo parlamentare, “qualora, sulla base degli elementi acquisiti nell’esercizio delle proprie funzioni, deliberi di procedere all’accertamento della correttezza delle condotte poste in essere da appartenenti o da ex appartenenti agli organismi di informazione e sicurezza, può richiedere al presidente del Consiglio dei ministri di disporre lo svolgimento di inchieste interne”. È l’Ufficio ispettivo del Dis che può svolgere, autorizzato dal presidente del Consiglio dei ministri, “inchieste interne su specifici episodi e comportamenti verificatisi nell’ambito dei servizi di informazione per la sicurezza”. Le relazioni conclusive delle inchieste interne, prevede sempre la legge, sono trasmesse integralmente al Copasir.

L’incontro Renzi e Mancini, di cui si è occupata la trasmissione di Rai 3 Report che ha mandato in onda il filmato, ha fatto molto discutere. I due si sono incontrati lo scorso 23 dicembre in un parcheggio dell’autogrill di Fiano Romano. Una quarantina di minuti di tempo è durato il faccia a faccia. Un’insegnante per caso assiste alla scena e quindi filma i due che parlano. Renzi, a quanto scrive Il Fatto Quotidiano, avrebbe spiegato di aver ricevuto per Natale dei Babbi di cioccolato, specialità romagnola. La questione sembra, però, girare intorno ai servizi segreti.

Alla base di tutto, secondo alcuni esponenti della ex maggioranza giallorossa, ci sarebbe un complotto internazionale ai danni di Giuseppe Conte. Questo incontro, per l’appunto, rappresenterebbe un tassello di questa teoria che vede come vittima l’ex premier. Secondo il partito di Renzi dietro alla vicenda c’è dell’altro. Come riporta Agi, il partito dell’ex premier contesta alla trasmissione di Rai3 una presunta fattura da 45mila euro ad una società lussemburghese per confezionare servizi contro Renzi.

Nell’interrogazione presentata da Iv a firma Luciano Nobili, indirizzata al ministero dell’Economia e delle Finanze, si legge:“Vogliamo vederci chiaro e capire se soldi pubblici sono stati utilizzati per pagare informatori allo scopo di costruire servizi confezionati per danneggiare l’immagine di Renzi. Ci chiediamo con preoccupazione se la Rai compri informazioni con i soldi degli italiani per le sue trasmissioni di inchiesta”.

La trasmissione di Rai3 ha a sua volta subito replicato alle accuse. “Si tratta di fango: Report in 25 anni non ha mai pagato una fonte e soprattutto non ha mai realizzato servizi contro”, è stata la risposta del giornalista Sigfrido Ranucci.


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