Dopo due anni di incontri, trattative, conteggi, litigi, riappacificazioni la parola fine dovrebbe essere messe nell’importante piano triennale che definisce i numeri dei dipendenti della pubblica amministrazione.
Infatti, questa mattina, una delegazione del governo incontrerà i sindacati per presentare quel piano che, fino a ora, non era mai stato elaborato, almeno non in modo mirato facendo in modo che ai numeri corrisponda la funzionalità dei vari servizi.
Se ne è parlato nell’ambito del Congresso che si è tenuto ieri e l’esecutivo è pronto all’incontro finale con le parti sociali, già forte del fatto che una delle questioni più spinose nell’ambito del cosiddetto «fabbisogno della pubblica amministrazione» era la stabilizzazione dei precari. Il decreto che ratifica tale stabilizzazione dovrebbe essere approvato nel prossimo Consiglio grande e generale secondo i criteri che sono stati stabiliti per definire la condizione di precario.
I numeri ancora non sono stati messi a punto all’unità, quella dei precari storici e quelli totali della forza lavoro del pubblico impiego, ma dovrebbero assestarsi sui circa 3.800, numeri già scesi di diverse centinaia di persone per effetto del blocco del turn over e dei prepensionamenti, come spiega Riccardo Stefanelli, segretario del Pubblico impiego per la Cdls.
«Gli incontri sono andati avanti per anni, a volte con grandi accelerazioni, altre volte più lentamente ma questo dovrebbe essere l’incontro finale – dichiara il sindacalista –. Da gennaio c’è un protocollo di intesa sul precariato, l’altro punto era la definizione del fabbisogno e poi c’è quello del rinnovo contrattuale. Il tutto doveva essere terminato entro la fine di marzo, poi le cose sono andate un po’ più avanti, come spesso succede ma almeno la questione del precariato è risolta con l’imminente ratifica del decreto da parte del Consiglio grande e generale. Quello di domani (oggi per chi legge) è ormai un incontro di tipo più politico».
Nell’ambito del piano numerico, il fabbisogno del quale il governo, con ogni evidenza, terrà in maggior conto sarà quello della sanità, dove i medici avevano rilevato a più riprese le pericolose carenze di organico e dell’istruzione, anche in questo caso gli insegnanti avevano alzato la loro voce: due settori i cui servizi sono essenziali e devono essere fatti funzionare in modo impeccabile. Il Resto del Carlino
