Antica Piadina San Marino S.r.l. non ha mai ricevuto i contributi statali come Sgravi Fiscali, Abbattimenti e Formazione professionale, tanto meno la Riqualificazione Professionale. Ci si chiede con che autorità un sindacalista arrivi a chiedere pubblicamente la revoca di una licenza, quando per questo vi sono gli organi competenti. Lo stato di polizia sulle imprese non è la soluzione all’evoluzione di nuovi percorsi di sviluppo socioeconomico nella tutela dell’occupazione. Antica Piadina San Marino S.r.l. dalla sua nascita è sempre cresciuta come azienda produttiva sana, in economia reale e avendo sempre espletato tutti gli adempimenti e i pagamenti contributivi, previdenziali, erariali,… garantendo sempre il puntuale pagamento degli stipendi ai propri dipendenti, tutti sammarinesi. Ricordiamo come la richiesta della Riqualificazione professionale è avvenuta in base alle normative vigenti e in concordato con i sindacati. Tali accuse infondate costituiscono un danno d’immagine per l’azienda, che con rude eleganza è stata accusata per aver richiesto la Riqualificazione professionale. E’ inaccettabile che il sindacato dimostri chiaramente l’obiettivo di attaccare chi fa impresa e non quello di tutelare i posti di lavoro, questo atteggiamento pone a rischio la soluzione delle problematiche della gestione d’impresa, che altrimenti non può garantire l’occupazione.
OSLA si chiede perché fa così chiasso la richiesta di Riqualificazione professionale di un azienda, che a fronte del lancio di nuovi prodotti sul mercato e con necessità di formazione produttiva e commerciale derivante da attività di sviluppo e innovazione di prodotto, per salvaguardare i propri dipendenti in uno scenario critico per l’impresa, in base all’iter stabilito dalle normative, richiede la Riqualificazione professionale, che ricordiamo esiste anche in questo settore e non solo nelle INDUSTRIE PESANTI.
OSLA ribadisce la necessità di un clima costruttivo nel comprendere con competenza le difficoltà che stanno vivendo, senza estremismi che indicano uno scontro tra le parti economiche e sociali, nell’obiettivo ultimo della tutela del lavoratore.
Già nel mese di gennaio, a seguito delle modifiche derivanti dal rapporto San Marino Italia con l’emanazione del Decreto Incentivi italiano in materia di rappresentante fiscale e IVA prepagata, l’impresa aveva valutato la riduzione del personale, perché già allora investita dagli effetti del Decreto incentivi, con l’allora acquisto di un capannone a Cerasolo, a fondamento di quanto sia errata l’interpretazione di ricatto nella Richiesta di Riqualificazione professionale avvenuta dopo. Allora, la scelta della direzione aziendale è stata quella di non licenziare i dipendenti, in attesa di un evoluzione nello scenario degli interscambi tra Italia e San Marino. Nel frattempo l’impresa ha investito in sviluppo di nuovi prodotti a garanzia di un mantenimento competitivo anche alla luce delle criticità introdotte dal Decreto incentivi ed è per questo motivo che ha richiesto la Riqualificazione professionale a supporto delle scelte di sviluppo fatte, che oggi andrebbero sostenute, per non lasciare a casa nessuno. Dall’esito di questa triste vicenda, dopo l’attacco di un rappresentante sindacale, che dovrebbe comprendere le reali motivazioni che hanno indotto l’azienda alla riduzione del personale non di 14 lavoratori come riportato, ma di 11, se seguiranno ulteriori attacchi da parte di chi dovrebbe tutelare i posti di lavoro, si metteranno a rischio anche gli altri 17 lavoratori, con la chiusura definitiva dell’impresa a San Marino. Prima di lanciarsi alla caccia dell’imprenditore, che in questo periodo si trova di fronte ad uno scenario di inferno per garantire gli interscambi, la fatturazione, l’occupazione,… invitiamo ad approfondire e a conoscere le condizioni che le imprese oggi si trovano ad affrontare, condividendo i problemi di chi gestisce le imprese nell’ultimo obiettivo di far sopravvivere l’impresa e i posti di lavoro che rappresenta.