OSLA: Terreni pubblici non in vendita ma in concessione a

Il risultato referendario pone in evidenza una questione politica che forse era stata sottovalutata dai più.

Il fatto che la stragrande maggioranza dei votanti abbia voluto dare di nuovo uno STOP ai vari Governi per impedire facili svendite di terreni ed imporre scelte non gradite non contiene in se un dato politico, ma solamente la indicazione che si deve fare meglio e con più trasparenza. Come imprese sosteniamo il diritto ad ampliare le nostre attività a realizzarne delle nuove nell’ambito di una politica economica e di sviluppo condivisa e non improvvisata. All’impresa potrebbe anche stare bene che non ci sia un passaggio di proprietà del terreno ma una concessione a lungo termine che assolverebbe ugualmente le esigenze dell’impresa. Si tratterà magari di fare in modo che le banche o i finanziatori debbano accontentarsi della sola garanzia dell’immobile anche se su terreno in concessione.

Il fatto invece che vi siano stati tanti elettori a dire no all’attuale legge evidenzia semplicemente lo stato d’animo della cittadinanza siano essi imprenditori e non. Mette in evidenza lo stato di fallimento di una politica che ha finora accumulato solo ritardi e declino del Paese.

Il rapporto con l’Italia è stato azzerato; la legge finanziaria non ha accontentato nessuno e discriminato una parte dei lavoratori; la riforma della PA, così come concepita, non va bene perché non introduce alcun elemento di vera riforma, nessuna privatizzazione, nessuna riqualificazione; la riforma del sistema pensionistico non va bene poiché accolla all’impresa nuovi oneri portando il costo del lavoro ai livelli italiani e non garantendo un sistema di pensioni adeguato al nostro standard di sicurezza sociale; nessun progetto economico per il rilancio del Paese è stato proposto; le associazioni di categoria vengono puntualmente messe all’angolo senza possibilità di dialogo costruttivo; il sistema bancario e finanziario è in balia dei venti e del volere esterno; nessuna programmazione sulla necessità di nuove professionalità e sul turnover; un sistema informativo incapace di produrre cultura ed incentivare la conoscenza reale del nostro Paese; ricorso frenetico alle consulenze esterne anche quando esistono professionalità interne ben preparate e disposte a collaborare; fanatico ricorso al sistema del copia incolla di disposizioni e regolamenti senza tenere conto delle dimensioni e della realtà del nostro Paese; nuove imposte e tasse senza pensare ad una vera riforma in linea con i principi fondamentali e dei diritti dei cittadini; una legge elettorale che costringe a scegliere fra A e B e che non è stata in grado di dare stabilità e produttività all’azione di Governo. Questo e molto altro è ciò che ha motivato i cittadini a votare compatti Si all’abrogazione di una brutta legge servita solo per mostrare i muscoli. Il Paese non ha bisogno di misurare i muscoli, ha bisogno di libero e costruttivo confronto attorno a soluzioni che ridiano speranza al Paese, per poi adottare iniziative politiche adeguate. Tali azioni non potranno essere più compito esclusivo dei partiti e partitini ma derivare dalla volontà di chi questo Paese lo vuole salvare,  da chi vuole bene a questo Paese e ne vuole tracciare le linee per il suo recupero, il suo rilancio nell’ambito di un progetto complessivo che OSLA è pronta ad elaborare, confrontare e concordare con chi si troverà su queste posizioni. Il SI all’abrogazione di questa legge equivale ad un NO all’attuale azione di Governo che va immediatamente bloccata per evitare ulteriori guai per il Paese.