Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, intervenendo all’Euromoney Conference, ha confermato l’intenzione di rivedere al ribasso le stime di crescita. Previsto un taglio delle tasse per un rilancio del sistema produttivo
I segnali c’erano tutti, adesso arriva anche la certificazione del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan: «L’economia italiana sta crescendo non così velocemente come vorremmo. Le previsioni di crescita saranno riviste al ribasso anche nei dati che il Governo rilascerà ad ottobre». La constatazione del ministro arriva durante un intervento all’Euromoney Conference di Milano. «Comunque l’economia sta crescendo — precisa Padoan — dopo tre anni di prolungata recessione e perdita di pil e capacità produttiva e sta generando posti di lavoro se c’è una creazione di posti di lavoro più che proporzionale rispetto alla crescita economia e l’economia diventa a maggiore intensità di lavoro forse è perche’ c’è stato un benvenuto cambiamento di struttura». Si tratta di uno scenario già previsto ad aprile dal Fondo monetario internazionale secondo il quale il Pil del nostro Paese crescerà quest’anno dell’1,0% (-0,3 punti percentuali rispetto alle previsioni di gennaio) e nel 2017 dell’1,1% (-0,1 punti). Del resto anche Banca d’Italia aveva tracciato più o meno le stesse caute previsioni anche se il premier Renzi continua a chiedere di evitare allarmismi «perché i conti si fanno solo a fine anno».
Meno tasse
In compenso, proprio oggi l’Istat ha comunicato che la produzione industriale è aumentata a luglio dello 0,4% rispetto a giugno, segnando tuttavia un calo su base annua (i giorni lavorativi sono stati 21 contro i 23 di luglio 2015) dello 0,3%. Quindi nella media dei primi sette mesi dell’anno la produzione è aumentata dello 0,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il rilancio dell’economia e della produzione passa anche attraverso un sistema fiscale più leggero e anche su questo fronte il ministro dell’Economia annuncia novità: «Le tasse continueranno a scendere anche grazie a interventi su voci di spesa — sostiene Padoan — è una richiesta che ci fanno sempre le società. Stiamo guardano ad altre voci di spesa su cui intervenire con dei tagli, dobbiamo farlo in maniera credibile».
Banche, «giusta direzione»
Nel suo intervento milanese Padoan ha parlato anche della crisi del settore bancario. Il settore delle banche, secondo il titolare del dicastero dell’Economia, «si sta muovendo nella giusta direzione e la mia idea è che i numeri sugli Npl in Italia sono esagerati». Gli Npl, ovvero i crediti deteriorati, secondo Padoan sono «concentrati in un certo numero di banche». Ma «le misure di riforma stanno iniziando a dare frutti – ha aggiunto – nella direzione di una nuova configurazione che porterà a banche più forti anche con operazioni di M&A che in parte stiamo già vedendo». Comunque, conclude il ministro, «ci vuole un po’ di tempo per tornare alla normalità, non lo dico io, lo dice anche la Bce».
Referendum: «Dire sì semplifica la macchina pubblica»
Nel discorso alla conferenza europea, Padoan ha toccato anche il tema del referendum costituzionale. «La riforma del Senato renderà più celere e efficace il processo legislativo oltre a ridurre i costi della politica. Votare sì, non solo riduce i costi ma semplifica la macchina pubblica. Un’eventuale bocciatura avrebbe pesanti ricadute sul sistema economico».I segnali c’erano tutti, adesso arriva anche la certificazione del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan: «L’economia italiana sta crescendo non così velocemente come vorremmo. Le previsioni di crescita saranno riviste al ribasso anche nei dati che il Governo rilascerà ad ottobre». La constatazione del ministro arriva durante un intervento all’Euromoney Conference di Milano. «Comunque l’economia sta crescendo — precisa Padoan — dopo tre anni di prolungata recessione e perdita di pil e capacità produttiva e sta generando posti di lavoro se c’è una creazione di posti di lavoro più che proporzionale rispetto alla crescita economia e l’economia diventa a maggiore intensità di lavoro forse è perche’ c’è stato un benvenuto cambiamento di struttura». Si tratta di uno scenario già previsto ad aprile dal Fondo monetario internazionale secondo il quale il Pil del nostro Paese crescerà quest’anno dell’1,0% (-0,3 punti percentuali rispetto alle previsioni di gennaio) e nel 2017 dell’1,1% (-0,1 punti). Del resto anche Banca d’Italia aveva tracciato più o meno le stesse caute previsioni anche se il premier Renzi continua a chiedere di evitare allarmismi «perché i conti si fanno solo a fine anno».
Meno tasse
In compenso, proprio oggi l’Istat ha comunicato che la produzione industriale è aumentata a luglio dello 0,4% rispetto a giugno, segnando tuttavia un calo su base annua (i giorni lavorativi sono stati 21 contro i 23 di luglio 2015) dello 0,3%. Quindi nella media dei primi sette mesi dell’anno la produzione è aumentata dello 0,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il rilancio dell’economia e della produzione passa anche attraverso un sistema fiscale più leggero e anche su questo fronte il ministro dell’Economia annuncia novità: «Le tasse continueranno a scendere anche grazie a interventi su voci di spesa — sostiene Padoan — è una richiesta che ci fanno sempre le società. Stiamo guardano ad altre voci di spesa su cui intervenire con dei tagli, dobbiamo farlo in maniera credibile».
Banche, «giusta direzione»
Nel suo intervento milanese Padoan ha parlato anche della crisi del settore bancario. Il settore delle banche, secondo il titolare del dicastero dell’Economia, «si sta muovendo nella giusta direzione e la mia idea è che i numeri sugli Npl in Italia sono esagerati». Gli Npl, ovvero i crediti deteriorati, secondo Padoan sono «concentrati in un certo numero di banche». Ma «le misure di riforma stanno iniziando a dare frutti – ha aggiunto – nella direzione di una nuova configurazione che porterà a banche più forti anche con operazioni di M&A che in parte stiamo già vedendo». Comunque, conclude il ministro, «ci vuole un po’ di tempo per tornare alla normalità, non lo dico io, lo dice anche la Bce».
Referendum: «Dire sì semplifica la macchina pubblica»
Nel discorso alla conferenza europea, Padoan ha toccato anche il tema del referendum costituzionale. «La riforma del Senato renderà più celere e efficace il processo legislativo oltre a ridurre i costi della politica. Votare sì, non solo riduce i costi ma semplifica la macchina pubblica. Un’eventuale bocciatura avrebbe pesanti ricadute sul sistema economico».
Il Corriere.it