Il cellulare squilla in mezzo alla montagna, ma Emma Mazzenga non si ferma. A 92 anni, la campionessa di atletica è su un sentiero in salita, diretta al rifugio, con il respiro incredibilmente regolare. «Sentiamoci più tardi», avvisa senza esitazione alla cronista del Corriere della Sera che la intende intervistare.
Padovana, 11 titoli mondiali, 31 europei e 115 italiani, Emma ha cominciato a correre da giovane, ha interrotto l’attività agonistica e poi, a 53 anni, è ripartita più forte di prima. Oggi il suo fisico è talmente invidiabile da essere studiato da università come la Marquette University di Milwaukee e l’Università di Pavia. «Mi hanno detto che ho i muscoli di una settantenne e l’ossigenazione cellulare di una ventenne – scherza Emma con la guiornalista italiana – mi sembra incredibile».
La sua giornata tipo è scandita da routine ferree: alle cinque il caffè, poi lettura a letto, colazione alle otto e poi attività varie: spesa, pulizie, cinema, incontri con amiche o allenamenti. La sera, televisione e a letto verso le 23.
«Mangio un po’ di tutto, limito le porzioni – racconta – a pranzo 30-40 grammi di pasta o riso, un secondo e verdura cotta; alterno carne e pesce. La sera verdura e un pezzetto di formaggio. Ogni giorno mezzo bicchiere di vino rosso a pranzo e mezzo a cena».
Emma si muove a piedi praticamente sempre. «Anche oggi uso l’auto solo due volte a settimana per andare ad allenarmi. La mia vita non è mai stata sedentaria. Perfino durante il Covid correvo nel corridoio di casa mia». La disciplina paga: a gennaio 2024 ha stabilito il record mondiale nei 200 metri W90 e a giugno dello stesso anno lo ha ulteriormente migliorato.
Ma il suo messaggio non è solo per gli atleti. «Non è mai troppo tardi per socialità e movimento. La corsa mi ha aiutato moltissimo dopo essere rimasta vedova a 55 anni. È una questione chimica: le endorfine aiutano il corpo e la mente».
Il suo consiglio per la lunga vita è semplice: «Alzarsi dal divano. Non rimanere mai a casa un giorno intero. Restare chiusi porta tristezza, depressione e non aiuta né la mente né il corpo».
Emma Mazzenga è la prova vivente che età e record possono convivere, a patto di non fermarsi mai.