Coniugare la legalità con lo sviluppo.
Affermare ovunque la legalità, nel mondo del lavoro, nell’economia e in ogni ambito della società, per togliere alle mafie ogni spazio per inserirsi. Intorno a questo basilare principio – che presuppone una vera e propria rivoluzione culturale, la vera e principale arma, accanto all’azione della magistratura e delle forze dell’ordine per sconfiggere le mafie – ieri sera si è sviluppato il dibattito nella conferenza organizzata da CSdL-CDLS e dalla CGIL, a cui hanno preso parte ospiti particolarmente importanti.
La conferenza, introdotta dal Segretario Generale della CGIL di Rimini Graziano Urbinati ha richiamato una partecipazione di cittadini molto significativa e di cui gli organizzatori sono molto soddisfatti.
L’importanza delle nuove leggi
Ha esordito il Segretario di Stato per la Giustizia e gli Interni Gian Carlo Venturini, che ha sottolineato la validità e l’importanza degli accordi di collaborazione tra le forze di polizia italiane e sammarinesi, che prevede la istituzione di un tavolo tecnico per coordinare l’azione investigativa e di repressione dei fenomeni malavitosi nel territorio sammarinese e del circondario, fortemente intrecciati tra loro. Le nuove leggi, ha sottolineato Venturini, hanno dato alla Magistratura sammarinese gli strumenti per operare, tra cui la legge n.100 del 2013, che stabilisce che quando il procedimento giudiziario per reati legati a criminalità e corruzione è giunto al termine, si può procedere con il sequestro dei beni dei colpevoli.
Lo Stato di San Marino in questo anno ha incassato 540.000 euro; non è una grandissima una cifra, ma è un buon inizio.
Con Rimini collaborazione proficua
Il prefetto della Provincia di Rimini Dott. Claudio Palomba, ha sottolineato come la città romagnola sia di forte interesse per le organizzazioni malavitose, proprio per la forte presenza turistica e l’abbondanza di strutture alberghiere e commerciali, molto appetibili per riciclare denaro sporco. Le mafie hanno grandi disponibilità di denaro liquido, che investono in strutture alberghiere, commerciali ed economiche, e quindi si inseriscono nel mondo del lavoro, portando lavoro nero e negando i principali diritti ai lavoratori.
Il ruolo del sindacato contro la mafia
Il vice procuratore nazionale Antimafia Dott. Maurizio De Lucia, il cui intervento era particolarmente atteso, ha innanzi tutto evidenziato il ruolo del sindacato, struttura portante della intera società nella lotta alla illegalità. La battaglia contro le mafie, infatti, si conduce con tutta la società civile, non solo con Polizia, Magistratura e istituzioni. De Lucia ha smontato un luogo comune intorno alle mafie, secondo cui queste organizzazioni criminali darebbero lavoro.
Spread e malavita
Per Luciano Silvestri, Responsabile sicurezza e legalità della CGIL nazionale, la criminalità che infesta l’Italia è il vero spread rispetto all’Europa. Se non si sradica la malavita, sarà molto difficile uscire dalla crisi. La lotta alla mafia si vince se tutta la società offre il suo sostegno a chi è colpito dalla criminalità. La CGIL, ad esempio, si è costituita parte civile, a fianco dei lavoratori, in processi contro aziende colluse o infiltrate dalla criminalità che hanno negato i diritti ai loro dipendenti. Questo sostegno della società civile a chi è vittima delle mafie è fondamentale.
Il sistema degli appalti
Il giro d’affari degli appalti in Italia corrisponde a circa il 12-14% dell’intero PIL italiano; una enorme montagna di soldi. Le autorità territoriali, spes-so non hanno piena co- scienza dell’importan- za di assegnare gli appalti con estremo rigore. Prez- zi molto bassi offerti dalle aziende possono nascon- dere infiltrazioni mala- vitose. È meglio affidare un appalto ad un’azien- da pulita che chiede qual- cosa in più, piuttosto che ad imprese che offrono prezzi stracciati ma poi finiscono per portare sul territorio il cancro della criminalità.
Tamagnini plaude ai magistrati
Il Segretario CSdL Giuliano Tamagnini ha ricordato come in un convegno di circa 20 anni fa un ex Procuratore affermava che il 25-30% degli investimenti nelle attività economiche di Rimini e circondario erano di dubbia provenienza; c’era il sospetto, ha aggiunto, che la stessa percentuale di denari illeciti vi fosse anche a San Marino. Quello che allora era un sospetto, oggi purtroppo ha dimostrato di essere la realtà. Peraltro a San Marino negli ultimi decenni è stato ancora più facile occultare e riciclare denaro sporco, con il segreto bancario e l’anonimato societario. Finalmente a San Marino ora si parla di corruzione e malaffare; le indagini della Magistratura sammarinese sul Conto Mazzini, che coinvolgono esponenti di spicco della politica nostrana, hanno un valore epocale; in ciò ha contributo anche la recente adozione di norme come quelle sul riciclaggio, un reato che fino a pochi anni fa non era nemmeno contemplato nell’ordinamento sammarinese. Dalle attività malavitose peraltro viene offerto lavoro in nero, non tutelato. Come sindacato, ha affermato, siamo impegnati a monitorare le situazioni di lavoro nero, in particolare nei settori più a rischio come quello alberghiero, commerciale e dell’edilizia.
Tura punta sulla cultura
Secondo Marco Tura Segretario CDLS, nelle nostre piccole dimensioni territoriali la corruzione e la criminalità fanno danni maggiori rispetto ad altre realtà. Ci sono due modi per combattere la criminalità: attraverso l’azione della magistratura, che deve essere libera di agire, e dall’altro con un processo culturale che affermi la cultura della legalità e renda coscienti le persone sulle conseguenze delle infiltrazione criminali. La CSU ha intensificato la sua azione per dare un contributo alla lotta all’illegalità e alla identificazione delle infiltrazioni malavitose, anche avviando una collaborazione con la Fondazione Caponnetto che si arricchirà di altri momenti. Se è vero che le mafie hanno bisogno di quiete, allora San Marino è un paese particolarmente a rischio. Il nostro paese ha bisogno di nuovi investimenti per far ripartire l’economia, e in tal senso deve cercare nuovi investitori, ma questi investimenti devono essere attentamente selezionati. Il valore della collaborazione tra tutti gli attori della società civile e le istituzioni, è stato particolarmente sottolineato dal Segretario della CGIL Rimini Graziano Urbinati.
Un Paese ormai maturo
Così a “Tribuna” il presidente della Fondazione Caponnetto e assessore regionale siciliano Salvatore Calleri: “La Fondazione Caponnetto ritiene che incontri come quello di martedì sera sono molto importanti, in quanto si inseriscono all’interno di un percorso virtuoso sociale e sindacale. Siamo quindi di fronte all’aumento della consapevolezza dell’esistenza di un problema sul territorio. Oggi è normale che ci siano numerosi incontri di tal tipo su un territorio. Nel 2007 ciò era anormale: ricordo quando ne parlavamo io e lei in atmosfere quasi surreali. Comunque la strada intrapresa all’interno del Titano è sempre più irreversibile. A breve la Fondazione tornerà sul territorio per tornare ad analizzare la situazione anche alla luce degli ultimi fatti. Altri episodi che vanno in questa direzione sono in primo luogo la relazione fatta dalla commissione antimafia sammarinese, in secondo luogo la continuazione delle inchieste esistenti sul Titano dai casi di autoriciclaggio a quello che ha favorito l’inchiesta Atac di Roma, ai casi relativi alle recenti vicende. Rimane fatto positivo che a San Marino oramai si assiste giorno dopo giorno al fatto che siamo di fronte ad un Paese normale dove le inchieste si fanno senza condizionamenti esterni. Oggi il Paese è maturo”.
David Oddone