La querelle di questa settimana è stata l’aumento della tariffa della mensa scolastica che ha destato una totale ribellione da parte dei genitori interessati, e non sono pochi.
Numerosi gli interventi sui giornali per non parlare poi delle riunioni e tavole rotonde, con tanto di presenze politiche moltissime delle quali, quali supporto alle rimostranze.
Il Segretario Morri è nell’occhio del ciclone e gli viene chiesto di sospendere l’intervento e ritirare la delibera.
Rimostranze legittime se non vivessimo i tempi che stiamo vivendo. Certo è che se ai cittadini non viene detta la verità cioè cosa li aspetta prossimamente in campo finanziario, ogni iniziativa in qualsiasi settore tendente a tagliare o aumentare le tariffe per il risanamento del bilancio avrà sempre la stessa accoglienza e le stesse contestazioni.
Forse è stata sbagliata la tempistica, poiché tali iniziative possono solo essere accettate, pur con riluttanza, se i primi tagli venissero dall’alto, interessando la politica.
Non so! La rinuncia al gettone di presenza per i Consiglieri e per i membri delle Commissioni? La rinuncia al pranzo pagato dalle casse statali consumato durante i Consigli Grandi e Generali? La rinuncia agli inutili viaggi per Congressi Internazionali ai quali potrebbero partecipare delegati locali? La rinuncia alle costosissime consulenze, sfruttando le professioni locali, che si sono dimostrate migliori di quelle “importate”?
La riduzione delle spese di rappresentanza, dei Consolati e delle Ambasciate e di tutto il corpo diplomatico? Chi più ne ha più ne metta.
Solo allora un aumento delle tariffe alle mense scolastiche o l’instaurazione di un tiket sui medicinali potrebbero essere accettati dai cittadini senza tante contestazioni perché avrebbero la dimostrazione che i sacrifici nei momenti del bisogno sono un dovere di tutti.
Paolo Forcellini Direttore de Lo Stradone