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  • Panettiere ucciso: eseguita autopsia, attesa per esame dna

    (ANSA) – SALERNO, 24 AGO – Serviranno ulteriori accertamenti
    scientifici per poter effettuare il riconoscimento della salma
    di Ciro Palmieri, il panettiere 43enne ucciso a Giffoni Valle
    Piana (Salerno). In giornata, infatti, è stata effettuata
    l’autopsia presso l’obitorio dell’ospedale di Battipaglia ma i
    medici legali (Gabriele Casaburi incaricato dalla Procura di
    Salerno, Giovanni Zotti per la parte offesa e Luigi Mastrangelo
    per i tre indagati) si sono ritrovati di fronte ad una salma in
    avanzatissimo stato di decomposizione e, quindi, non più
    riconoscibile. Al termine dell’esame irripetibile, dunque, non è
    stato possibile liberare il corpo per consentire ai familiari di
    Palmieri di celebrare i funerali. Si dovrà attendere prima
    l’esito dell’esame del Dna che sarà effettuato dal Ris di Roma.
        Dall’autopsia sarebbe emersa, chiaramente, la lesione
    all’altezza della tibia destra, amputata dopo l’omicidio. Per la
    Procura di Salerno, infatti, il panettiere sarebbe stato ucciso
    il 29 luglio dalla moglie Monica Milite, dal figlio ventenne
    Massimiliano e dal terzogenito di 15 anni. Al culmine di una
    lite, come è emerso dalle telecamere di videosorveglianza
    presenti in casa, avrebbero colpito con decine di coltellate il
    padre. Poi gli avrebbero amputato una gamba e avrebbero
    abbandonato il cadavere in un dirupo, lungo la strada
    provinciale 25 che collega Giffoni Valle Piana a Serino
    (Avellino). La sera del 30 luglio Monica Milite si presentò dai
    carabinieri per denunciare la scomparsa del marito. Ma i
    militari, sin dall’inizio, hanno nutrito dei dubbi su quella
    versione e hanno deciso di andare fino in fondo. L’acquisizione
    delle immagini – che in parte risultavano già sovrascritte – ha
    permesso di scoprire l’atroce verità che è emersa lo scorso 20
    agosto con il fermo dei tre indagati ed il recupero del
    cadavere. L’omicidio, secondo alcune testimonianze, sarebbe
    maturato in un contesto familiare di violenze e di forte
    disagio. (ANSA).
       


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