Paolo Rossi: lettera aperta Gravina “il ricordo per sempre”

(ANSA) – ROMA, 12 DIC – “È come se Paolo Rossi si fosse
portato via il pallone.
    E con lui, pure, un pezzo d’Italia. Quella messa in circolo
davanti al televisore per le partite della
Nazionale, quella che le emozioni non le condivideva sui social,
ma con gli abbracci dopo ogni suo
gol”. Comincia così la lettera aperta con cui il presidente
della Figc, Gabriele Gravina, ha voluto ricordare Paolo Rossi,
nel giorno dei funerali. “L’Italia in finestra, quella popolare
e con la bandiera a sventolare fuori dai finestrini e i clacson
a raccontare la felicità per quelle vittorie, una dopo l’altra,
passate alla storia – le parole del numero uno del calcio,
presente a Vicenza per l’ultimo saluto a Pablito -. È come se
Paolo Rossi si fosse portato via l’estate. Degli amori e delle
pallonate, delle tovaglie a quadri delle nonne e delle corse a
casa per vedere
quelle partite che iniziavano nel primo pomeriggio e che, per
certi aspetti, non sono mai finite. Perché nessuno, mai, le
dimenticherà. È come se Paolo Rossi si fosse portato via gli
anni Ottanta. Di televisori in bianco e in nero, mangianastri,
robot, borselli e vacanze lunghe vissute tutti insieme sotto lo
stesso ombrellone, in modo corale come quel mondiale: il
Mondiale. Di pareggi, critiche e rinascita. L’Italia di Gaetano
Scirea, Dino Zoff e tutti gli altri. L’Italia di Sandro Pertini
che si alza in piedi e chi se ne frega della forma, gol!
L’Italia senza stereotipi e che non è scritto da nessuna parte
che i sogni debbano per forza andare in fumo. Se non quello
della pipa di un allenatore, solo apparentemente con il broncio,
ma con la squadra tutta dalla sua parte. Paolo Rossi –
improvvisamente come uno dei suoi gol – s’è portato via tutto
questo. Ma nella fretta, perché i veri cannonieri le cose le
fanno sempre molto rapidamente, una cosa se l’è dimenticata, ce
l’ha lasciata: la memoria. Di quell’estate azzurra, così
fantastica grazie ai gol di uomo semplice che ricorderemo – per
sempre – con le braccia al cielo, il sorriso sulle labbra e il
tricolore sul cuore”. (ANSA).
   


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