
Papa Francesco ha benedetto il ‘pallone della pace’ per la partita del 10 ottobre.
Si giocherà infatti in quella data, per un desiderio di Diego Armando Maradona, che è stato capitano della squadra di Scholas Occurrentes, che promuove l’iniziativa, nelle precedenti edizioni. All’incontro con il Papa e Scholas hanno partecipato Ronaldinho, Dani Alves e Maxi Rodriguez.
Sarà la terza edizione della Partita per la Pace, che si chiamerà questa volta “We Play For Peace”, l’evento di beneficenza a favore dei programmi educativi del movimento pontificio Scholas Occurrentes, creato da Papa Francesco e la cui missione è utilizzare la tecnologia, l’arte e lo sport per promuovere l’educazione e ottenere l’inclusione di tutte le comunità, rispondendo alla missione di creare una “cultura dell’incontro”, riunendo i giovani in un’educazione che generi valori.
Nell’incontro i giocatori hanno presentato al Papa un video di sostegno alla partita, in cui erano presenti i messaggi degli ambasciatori sportivi Lionel Messi e Gianluigi Buffon, assieme ad altre stelle del calcio mondiale, tra cui Luis Suarez, Angel Di Maria, Ivan Rakitic e José Mourinho. Nel video c’è anche la testimonianza delle figlie di Diego Armando Maradona, Dalma e Giannina, che diffondono un video-messaggio del padre in cui “El Diez” esprime la sua ferma volontà di giocare la terza edizione dell’evento, invitando tutti a partecipare nel giorno 10 del 10, a questa partita in favore della Pace. Le precedenti edizioni dell’evento si sono disputate nello stadio Olimpico di Roma, il 1° settembre del 2014 e il 12 ottobre del 2016. Il video diffuso per lanciare l’evento termina con un messaggio di Papa Francesco: “Il desiderio di tutti è la pace. Giocando in squadra, la concorrenza invece di essere un conflitto è un seme di pace. Questa partita o la vinciamo tutti o quelli che perderanno di più saranno sempre i bambini e i giovani. Il simbolo di questa Partita per la Pace è l’ulivo. Vi invito a giocare per la Pace, vi invito nel 10 del 10, a ottobre, a piantarlo assieme a Scholas”
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