Papa Francesco: «La mia serenità? Niente pastiglie, solo sano menefreghismo»

Niente psicofarmaci, solo un po’ di sano menefreghismo. Ecco come sopravvivere al pantano curiale. «Qual è la sorgente della mia serenità? No, non prendo pastiglie tranquillanti!». Papa Francesco festeggia il numero 4 mila della Civiltà Cattolica con un colloquio pubblicato dal quindicinale dei gesuiti.

«Per vivere in pace ci vuole un sano menefreghismo. Io non ho problemi nel dire che questa che sto vivendo è un’esperienza completamente nuova per me. A Buenos Aires ero più ansioso, lo ammetto. Mi sentivo più teso e preoccupato. Insomma: non ero come adesso. Ho avuto un’esperienza molto particolare di pace profonda dal momento che sono stato eletto. E non mi lascia più. Vivo in pace. Non so spiegare».

La corruzione, i dissapori, i contrasti interni al Vaticano non riescono a metterlo di cattivo umore. «Al momento dell’elezione io ho detto semplicemente: ’Signore, andiamo avanti!’. Ho sentito pace, e quella pace non se n’è andata. Nelle Congregazioni Generali si parlava dei problemi del Vaticano, si parlava di riforme. Tutti le volevano. C’è corruzione in Vaticano. Ma io sono in pace. Se c’è un problema, io scrivo un biglietto a san Giuseppe e lo metto sotto una statuetta che ho in camera mia. È la statua di san Giuseppe che dorme. E ormai lui dorme sotto un materasso di biglietti! Per questo io dormo bene: è una grazia di Dio. Dormo sempre sei ore. E prego. Prego a mio modo. Il breviario mi piace tanto e mai lo lascio. La Messa tutti i giorni. Il rosario… Quando prego, prendo sempre la Bibbia. E la pace cresce. Non so se questo è il segreto.. La mia pace è un regalo del Signore. Che non me la tolga!».

E i problemi? «Mai lavarsi le mani dai problemi! Sì, nella Chiesa ci sono i Ponzio Pilato che se ne lavano le mani per stare tranquilli. Ma un superiore che se ne lava le mani non è padre e non aiuta».  Il Messaggero