Nel primo anniversario dell’arengo il Titano coniò monete celebrative.
Il 3 agosto 1909 si sta dibattendo furiosamente in Consiglio la questione dell’abolizione dell’insegnamento della religione nelle scuole elementari sammarinesi.
Alcuni consiglieri, favorevoli al provvedimento, accusano il movimento cattolico perché la richiesta di ripristino non avrebbe carattere religioso ma essenzialmente politico. Ad es. il consigliere A. Manzoni Borghesi critica la tendenza dei preti ad immischiarsi “nelle cose del Governo”.
Un altro consigliere, Gustavo Babboni, sostiene la stessa accusa. A dimostrazione di ciò, ricorda che «ora fa un anno S.S. Pio X scrisse una nobilissima lettera alla Repubblica, e che le autorità ecclesiastiche di qui non la richiesero e non la pubblicarono per non mettere in buona vista il nuovo governo».
Una simile informazione ha fatto scattare la mia curiosità. Anche perché mi è sembrato strano un giudizio positivo dell’Autorità religiosa (addirittura il Papa) verso le battaglie di rinnovamento istituzionale sammarinese. Una novità assoluta. La Chiesa seguiva con sospetto il movimento rinnovatore, che aveva come bersaglio primo la religione, considerata perno di un regime ormai fuori dal tempo.
In realtà, da veloci ricerche nell’Archivio di Stato sammarinese ho appreso di uno scambio di lettere fra i Reggenti e la Segretaria di Stato vaticana.
Una premessa. San Marino in occasione del I anniversario dell’Arengo, aveva predisposto una serie di iniziative, per celebrare l’avvenimento che ha aperto il viaggio verso la democrazia. A perenne memoria -oltre alle lapidi di cui ho parlato in precedente articolo (La guerra delle lapidi)- venne coniata una medaglia commemorativa in argento e bronzo.
Seguendo la tradizionale “politica dell’omaggio”, la Reggenza inviò alle varie Autorità estere, copie della medaglia, come atto di cortesia. Era anche una forma di accreditamento e di informazione sulle principali iniziative interne della Repubblica.
Il primo dell’elenco era ovviamente il Papa regnante, Pio X. Seguito dal Presidente del Consiglio dei Ministri italiano, Giolitti, dal suo Ministro degli Esteri Tommaso Tittoni e altre personalità.
Fermiamoci a Pio X. I Reggenti Ciro Belluzzi e Francesco Pasquali, il 6 maggio 1907 inviarono al Papa le due monete, accompagnate da una lettera molto formale.
Il Card. Segretario di Stato, Mery Del Val risponde con altrettanta formalità, comunicando che “ è stata rassegnata nelle mani dell’Augusto Pontefice” la medaglia fatta coniare dal Governo. Il Papa “si congratula con le SS. LL. dell’importante avvenimento”. Formula i più fervidi voti “per l’incremento di codesta illustre Repubblica”. È lieto di impartire ai Reggenti e al popolo sammarinese l’Apostolica Benedizione.
Ammetto di aver provato una piccola delusione. La formalità della lettera di Roma appare in contrasto con l’interpretazione data dal consigliere Babboni. A meno che non si voglia caricare tutto sulle fragili parole: “Si congratula con le SS. LL. dell’im- portante avvenimento”.
La mia curiosità non si poteva fermare. Ricorrendo alla cortesia del Nunzio Apostolico Mons. Bernardini, mio carissimo amico, è stata svolta una ricerca parallela presso l’Archivio Vaticano. Dall’esame dei Registri della corrispondenza epistolare, è stato confermato solo lo scambio di lettere di cui abbiamo parlato.
Ringrazio la ricercatrice Enza Caccialino. Riporto un suo interessante commento finale. Questo scambio di lettere testimonia che Pio X seguiva “con attenzione la crescita dei movimenti sociali, desiderosi di cambiamento, del primo Novecento, che in San Marino, come nel resto dell’Europa, propagandavano la necessità di uno sconvolgimento dello Stato borghese favorendo lo sviluppo della lotta di classe”.
In occasione della festa del 25 marzo, auguro alla Repubblica di proseguire nel cammino della democrazia. Sempre copiata e mai uguale all’originale.
Domenico Gasperoni