Ieri sera, guardando su RAI 2 la cerimonia di inaugurazione dei Giochi Paralimpici di Parigi 2024, ho atteso invano l’apparizione della delegazione di San Marino e la presenza della mia (spero nostra) bandiera. Lascio immaginare la mia profonda delusione nel constatare che la Repubblica di San Marino, tra i 178 Paesi partecipanti, non c’era; quando poi, ascoltando i commentatori RAI della cerimonia che plaudivano quei Paesi che, nonostante non avessero atleti partecipanti alle gare, erano presenti con una sparuta delegazione tecnico-politica portando in corteo la loro bandiera, così, giusto per esserci e poter dire “io c’ero, la mia bandiera c’era”.
Poi mi è venuto in mente di aver letto qualcosa sulla stampa locale (l’Informazione – La Serenissima del 07 Agosto 2024) e che una risposta maleducata e decisamente sconveniente da parte del “Comitato Paralimpico Sammarinese” in cui si tendeva più a ridicolizzare le osservazioni dell’”Associazione AttivaMente” che a dare risposte in chiarimento di precise accuse, mi aveva indisposto; della serie, siccome noi del Comitato siamo tutti volontari, facciamo un po’ quello che ci pare e non rompete più di tanto. Mi ha colpito in particolare una frase in cui il Comitato Paralimpico dice lapidariamente: “…quello che dovevamo fare l’abbiamo fatto e stiamo continuando a farlo…”. Se i risultati sono questi, non sembra che il Comitato abbia fatto o stia facendo un gran che. Forse c’è qualcosa che noi cittadini comuni non sappiamo? Noi che vorremmo vederci rappresentati dalla nostra bandiera in tutte le occasioni possibili e in tutto il mondo? Sarebbe bello che qualcuno ci spiegasse, come si spiega ad un bambino di sei anni, cosa è successo di così grave da precludere la partecipazione dei nostri paratleti (?) alle ultime TRE Paralimpiadi? Non si tratta solo di Parigi 2024. Bisogna altresì considerare che ovunque si siano presentati a gareggiare nel mondo in qualsiasi attività paralimpica, i nostri ragazzi si siano comportati sempre molto bene. Non capisco il perché si debba privare qualche paratleta sammarinese di un’esperienza unica, la più importante, la più bella e indimenticabile all’interno di una vita già di per sé più complicata e difficile.
Augusto Michelotti