Parigi. Caccia in Europa all’ultimo terrorista

isisCERCAVANO la primula rossa Abdesalam Salah, hanno trovato Mohamed Amri, 27 anni, che del gruppo di fuoco che ha seminato il terrore a Parigi era con ogni probabilità l’artificiere, l’uomo che ha confezionato lei sei cinture esplosive al perossido di acetone. «A casa sua – ha spiegato l’esperto francese di terrorismo Dominique Rizet – è stata trovata una grande quantità di nitrato d’ammonio. Ed è sempre lui il proprietario e uno degli uomini a bordo della Golf grigia partiti nella notte dal Belgio per andare a recuperare Salah a Montreuil, dopo la strage».
L’inchiesta dirà se l’intuizione è stata giusta. Tutto sommato al 47 di Rue Delaunoy a Molenbeek lo
Speciaal Interventie Eskadron della polizia belga, armato fino ai denti, cercava l’ottavo uomo del commando ma ha trovato un elemento forse decisivo per comprendere la genesi di una azione terroristica la cui sintesi è stata efficacemente fatta da Francoise Hollande in parlamento: «Decisa e pianificata in Siria, organizzata in Belgio e condotta sul nostro territorio con complici francesi». Più passano le ore più sembra importante il ruolo del milieu jihadista di Verviers, quella cellula guidata da Abdellamid AbaAoud, alias Abu Omar al-Balijki, una lunga carriera jihadista a soli 28 anni e ovviamente anche ex combattente in Siria, dove oggi è presumibilmente latitante. Perché questo è il collante: essere stati foreign fighters. Tutti i kamikaze identificati nei giorni scorsi (Ibrahim Salah, Ismael Omar Mostefai, Bilal Hafdi) e quelli identificati ieri, Samy Amimour e Ahmed Almohammad (il siriano entrato in Europa da profugo) erano infatti ex foreign fighters. E lo stesso va detto per Abdesalam Salah. Sei combattenti tornati per portare in Europa l’inferno che avevano visto in Siria.

LE INDAGINI proseguono con vigore, sia sul fronte della cellula responsabile degli attentati che sulla galassia del jihadismo in Francia e Belgio e anche in Germania, dove è stato fermato un sospettato. Ieri in Francia sono state effettuate 168 perquisizioni (da Tolosa a Lione, passando per Grenoble) e 23 arresti e son state trovate 31 armi, quattro delle quali da guerra (una, un lanciarazzi Rpg capace di forare un blindato). In Belgio, oltre all’operazione di Molenbeek, sono stati confermati due dei sette fermi effettuati nei giorni scorsi. Tra i rilasciati il fratello di Ibrahim e Abdesalam Salah, Mohamed: «Io non c’entro e non so dove sia mio fratello. Abbiamo appreso tutto dalla Tv. Siamo sorpresi. Costernati. È un ragazzo che non ha mai dato problemi» ha detto alle tv belghe.

IN UNA GIORNATA frenetica va sottolineato che Salah e un suo presunto sodale li si sono cercati ieri e lungamente anche in Italia, sulla base di una «nota di rintraccio» (inviata a tutti i paesi Schengen e non solo a Italia, Germania e Spagna, ma è emerso dopo) della Seat nera targata GUT18053 e sulla quale ci sarebbero dovuti essere Salah e e un certo Baptiste Burgy, 32 anni, originario di Langres. Addirittura si era diffusa la voce che la vettura sarebbe stata vista «a Ventimiglia, sabato 14 alle 6.35 del mattino». In Liguria e Piemonte e poi in Lombardia è scattata la caccia all’uomo. Ma era un equivoco perché in realtà, come ha spiegato il Dipartimento di Ps nel pomeriggio, la vettura, con i sui tre Kalashnikov a bordo, era già stata ritrovata l’altroieri a Montreuil. È stato un cortocircuito informativo su una nota francese non aggiornata quando la vettura è stata trovata. Capita. Sempre meglio che fermare Abdesalam Salah a un posto di blocco e lasciarlo andare via, come è disgraziatamente capitato ai francesi sabato mattina a Cambrai.