«ABBIAMO colpito la capitale della prostituzione e del vizio». Nelle parole usate dallo Stato Islamico per rivendicare le stragi di Parigi riecheggia la folle retorica di Jihadi John. Il simbolo dell’Isis senza volto, probabilmente ucciso venerdì da un missile Usa, continua a vivere attraverso le gesta dei suoi spietati discepoli. La soddisfazione degli Stati Uniti per l’eliminazione della più efficace macchina di propaganda del Califfato è stata spazzata nel giro di poche ore. «Gli attacchi di Parigi sono solo l’inizio della tempesta. La Francia e coloro che la seguono – hanno scritto su Twitter i seguaci di Abu Bakr al-Baghdadi – devono sapere che resteranno i principali obiettivi dello Stato Islamico e che continueranno a sentire odore di morte nelle loro narici per aver preso la guida della crociata, aver osato insultare il nostro Profeta, essersi vantati di combattere l’Islam in Francia e aver colpito i musulmani nella terra del Califfato con i loro aerei».
Ogni mossa dell’Isis è studiata per ottenere il massimo risalto mediatico. Gli attacchi coordinati, come quelli di Mumbai nel 2008, avevano per obiettivi luoghi affollati e poco protetti. La presa di ostaggi e il tentativo di prolungare il più possibile la carneficina – come ha dimostrato anche l’assalto al centro commerciale Westgate di Nairobi nel 2013 – avevano lo scopo di diffondere un senso di impotenza. Sentimento che per quanto riguarda Parigi è stato amplificato dalla raffica di tweet dei simpatizzanti Isis, in festa dopo gli attentati. «La Francia – ha scritto ad esempio un leader talebano pachistano – ha assaggiato per un giorno il nostro dolore. Sono estremamente soddisfatto».
IL TENTATIVO di portare la guerra nel cuore dell’Europa e minacciare lo stile di vita occidentale, come aveva fatto Al Qaeda a partire dal 2001, è pienamente riuscito. «Otto fratelli che portavano cinture esplosive e fucili d’assalto – continua la rivendicazione – hanno preso di mira luoghi scelti minuziosamente nel centro della capitale francese: lo Stade de France durante la partita tra due Paesi crociati, alla quale stava assistendo l’imbecille di Francia, François Hollande, il Bataclan, dove erano radunati centinaia di idolatri in una festa perversa, oltre che altri obiettivi nel decimo, undicesimo e diciottesimo arrondissement».
LA PICCOLA imprecisione, nessun attacco si è verificato nell’ultimo quartiere citato nel comunicato, è solo un dettaglio: la paura ha già contagiato Parigi e l’Europa.