Parigi. Kamikaze e granate, strage. L’11 settembre francese

attentato parigiESPLOSIONI, terrore e vittime. È l’immagine simbolo di questa notte di morte: i circa 80mila spettatori (anche se alcune migliaia erano uscite prima della fine del match), che seguivano l’amichevole tra Francia e Germania, riversati all’improvviso sul terreno di gioco dello Stade de France. Tante minuscole formiche terrorizzate e ammassate sul prato verde. Allo Stade de France i primi boati sono stati uditi al minuto sedici dell’amichevole: il presidente francese Francois Hollande era proprio lì, sorridente negli scatti prima dell’incontro sportivo poi impietrito appena ha saputo cosa stava accadendo. È stato evacuato per ovvi motivi di sicurezza. Erano i primi istanti dell’apocalisse francese e ancora non risultava chiara la portata della tragedia fuori dello stadio e nel centro di Parigi.

LE ESPLOSIONI, causate da una granata e due kamikaze all’esterno dell’impianto, sono state udite a due minuti di distanza l’una dall’altra. Dopo il terzo scoppio gli spettatori all’interno sono stati tenuti bloccati dentro: inferiate serrate e uscite chiuse per impedire attacchi dall’esterno. Attorno allo stadio una scena di guerra: testimoni hanno riferito di decine di cadaveri attorno all’impianto. Due kamikaze che si sono fatti saltare in aria e una bomba, secondo le prime informazioni, avrebbero ucciso 40 persone, compresi i due jihadisti: è il primo attacco suicida in Francia. «Sembravano petardi, non potevamo immaginare fossero attentati, è pazzesco. La partita si è giocata, al momento non ci si era resi conto pienamente della situazione», racconta l’ex attaccante di Juventus e Milan e attuale procuratore Oscar Damiani, presente alla partita tra Francia e Germania.
Nello stadio più grande di Francia, la partita tra i campioni del mondo e la nazionale che ospiterà i prossimi Europei (quando mancano 292 giorni al torneo calcistico continentale) continua, il gioco non si ferma, ma l’attenzione degli spettatori e il panico crescono vertiginosamente. L’arbitro Lahoz ha fatto proseguire la partita: non è chiaro se le autorità, per non scatenare il panico tra le migliaia di spettatori, abbiano deciso di non diffondere le notizie e di lasciar correre il pallone oppure l’incertezza generale su quanto stava accadendo abbia impedito di prendere scelte drastiche. I calciatori tedeschi e transalpini sono stati informati degli attentati solo alla fine della partita: «Non sapevano nulla mentre giocavano, sono sceso io negli spogliatoi a raccontare tutto», ha spiegato il presidente della Federcalcio francese, Noel La Graet.

«È INUTILE che facciamo finta di niente: si tratta di fatti che preoccupano e fanno paura». Il ct della nazionale italiana, Antonio Conte è scuro in volto, ha appena saputo delle stragi nella capitale francese. Sa che alcune bombe sono esplose attorno allo Stade de France. E subito nelle sue parole e in tutti i presenti il pensiero vola alla grande kermesse dell’Europeo, in programma proprio in Francia l’anno prossimo. «Mi hanno appena informato di cosa è successo, quando ci sono i morti tutto passa in secondo piano», dice Conte.