Parigi. Merkel a Hollande: vi aiuteremo. Mattarella: è il momento dell’unità

Merkel«SIAMO al fianco della Francia. Non ci tireremo indietro, combatteremo insieme contro il terrorismo». Sono le prime parole di Angela Merkel al suo arrivo a Parigi, ieri sera. Dopo aver espresso di persona il cordoglio suo e del popolo tedesco per gli attentati del 13 settembre, la Cancelliera si è recata con il presidente Hollande in place de la République, dove l’aspettava il sindaco di Parigi Anne Hidalgo. Lì ha deposto una rosa bianca ai piedi della statua di Marianna, simbolo della Francia repubblicana e in questi giorni luogo di raccoglimento in memoria delle vittime degli attentati. Subito dopo Angela Merkel e il presidente francese sono rientrati all’Eliseo per una cena di lavoro dedicata ai temi cruciali del terrorismo e dei migranti.
Hollande ha battuto subito sul tasto principale: l’Isis rappresenta una minaccia per tutti, dunque bisogna che tutti, Germania compresa, si impegnino per combatterlo in Siria e in Iraq. Ma su questa strada Angela Merkel non può seguirlo: la Germania, che non fa parte della coalizione impegnata nei raid aerei in Siria e in Iraq, non intende associarsi alla Francia in azioni militari.

NIENTE AEREI né soldati. Niente «risposta armata». Qualche soldato per la verità la Merkel lo ha promesso, 650 uomini che partiranno non per la Siria ma per il Mali, dove la Francia è impegnata a contrastare i tentativi di Daesh di spingersi al nord per raggiungere la Libia. Berlino offrirà anche aiuti logistici e cooperazione dei servizi creando 4 mila nuovi posti nella polizia federale e giudiziaria. Un altro argomento di cui si è discusso è quello dei migranti: Angela Merkel, che ha appena festeggiato i suoi 10 anni al potere, è particolarmente contestata su questo punto. La sua «apertura illimitata» all’afflusso migratorio le ha provocato duri attacchi all’interno del suo partito. Anche in Francia le sue scelte sono criticate, benché indirettamente, da vari esponenti politici fra il primo ministro Manuel Valls. «Bisogna finirla di aprire il varco all’infinito accogliendo migranti fra i quali, come si è visto, s’infiltrano i terroristi della jihad», ha detto recentemente Valls.
IL TEMA del terrorismo è stato evocato ieri a Strasburgo da Sergio Mattarella: «Prendo la parola in un momento particolarmente drammatico per tutti noi. L’Europa è ferita. Nessun paese può affrontare da solo questa crisi. Ne potrà uscire, ma solo con maggiore unità tra gli Stati. Tutto il mondo ha bisogno di una Europa unita, capace di scelte condivise in grado di combattere il terrorismo e le grandi sfide della modernità, a partire dall’emergenza migratoria. Guai a soluzioni apparentemente semplici, che portano solo alla rinuncia di nostri diritti fondamentali», ha detto il presidente italiano davanti al Parlamento Europeo. E avanza proposte chiare. Prima mette in soffitta l’accordo di Dublino «che fotografa un passato che non c’è più».

OGGI, tornando all’Eliseo, quarta tappa della maratona diplomatica iniziata questa settimana, dopo David Cameron, Barack Obama e Angela Merkel il presidente Hollande incontrerà il premier Matteo Renzi, atteso per le 8 di mattina all’Eliseo. E quello che Hollande potrebbe strappare al premier italiano è più o meno lo stesso che ha ottenuto dalla cancelliera: ossia l’impegno a inviare militari in Mali o nelle missioni di peacekeeping in Africa centrale, dalle quali i francesi vorrebbero disimpegnarsi. Più tardi, alle 10, Renzi pronuncerà un discorso alla Sorbona, l’università presso la quale lavorava come ricercatrice Valeria Solesin, l’italiana falciata dalle raffiche dei terroristi al Bataclan,. Hollande invece volerà a Mosca per parlare con Vladimir Putin. Vedremo se da tutto questo
surmenage usciranno risultati concreti.

La Stampa