Parigi. Ucciso il capo, ma la caccia continua

terrorismo attentato parigiADESSO c’è la conferma ufficiale: Abdelhamid Abaaoud, l’organizzatore delle stragi di venerdì scorso a Parigi, è morto nel covo di Saint-Denis durante l’assalto degli uomini del Raid. Lo ha annunciato il procuratore capo di Parigi: il corpo crivellato di colpi del jihadista belga è stato identificato in modo formale – ha detto – grazie al confronto delle impronte digitali e alle analisi del Dna.
Il terrorista è probabilmente coinvolto in almeno quattro dei sei attentati sventati dalla primavera scorsa in Francia, ha detto il ministro francese dell’Interno, Bernard Cazeneuve. Tra questi gli attentati falliti contro almeno una chiesa della regione di Parigi e un tentativo di attacco su un treno ad alta velocità Thalys. Ma non basta: secondo l’intelligence tra le vittime del blitz figura anche Salah Abdeslam, l’autore delle sparatorie che hanno provocato morti e feriti nel decimo e undicesimo arrondissement di Parigi. Ma il premier Valls in serata, non ha confermato la morte. Anzi E ufficialmente ha dichiarato: «Non sappiamo se Salah sia in Francia o in Belgio». L’ottavo attentatore sarebbe stato visto ieri nella regione del Chimay, in Belgio, a bordo di un furgoncino bianco. A dirlo quotidiano belga
La Derniere Heure.

SALAH aveva fatto perdere le proprie tracce subito dopo gli attentati: e addirittura si era parlato di un suo possibile passaggio in Italia. Ma se le analisi della polizia scientifica lo confermeranno, era proprio lui il «terzo terrorista» di cui aveva parlato il ministro degli interni Cazeneuve. Sotto il diluvio di fuoco scatenato dalle teste di cuoio sarebbero dunque caduti i principali responsabili del commando: Abdelhamid Abaaoud, 28 anni, il capo; l’artificiere; Hasna Aitboulahcen, 26 anni, la kamikaze cugina (o amante) di Abaaoud e forse lo stesso Salah. Altri tre terroristi estratti vivi dalle macerie dell’immobile, e quattro presunti complici catturati in un appartamento attiguo, sono sotto interrogatorio. Gli inquirenti non saranno certo teneri con loro, non daranno tregua: possono tenerli sotto torchio fino a domenica compresa, come prevede la nuova normativa entrata in vigore con la proclamazione dello stato di emergenza, e vogliono ottenere il massimo di informazioni sulle cellule che hanno colpito la Francia e quelle che potrebbero farlo in futuro. Ieri il primo ministro Manuel Valls ha reso omaggio in Assemblea nazionale al «lavoro eccezionale» dei servizi di sicurezza e delle truppe d’élite della polizia che hanno permesso di neutralizzare i responsabili degli attentati. E contemporaneamente si stava svolgendo un altro blitz nelle Ardenne, a Charleville-Mezieres, dove si è sentita un’esplosione per aprire il portone dell’appartamento trovato vuoto. In un primo tempo si era parlato anche di un arresto.

LE INDAGINI per arrivare ad Abaaoud sono state frenetiche, centinaia di uomini hanno raccolto, analizzato e confrontato informazioni rivelatesi preziose. Il ministro degli interni Bernard Cazeneuve ha detto che soltanto lunedì mattina è stata segnalata la presenza in Francia di Abdelhamid Abaaoud, che tutti invece credevano nascosto in Siria. Al nascondiglio di Saint-Denis si è arrivati grazie a una serie di indizi, testimonianze e verifiche «bancarie e telefoniche» relative a Hasna Aitboulahcen, descritta come «una fanatica della jihad». È stato mettendo sotto ascolto il suo telefono che gli inquirenti hanno scoperto i suoi contatti con Abaaoud e Abdeslam. Nel corso di una conversazione la donna ha fatto anche allusione all’appartamento di rue Corbillon, a due passi dalla Cattedrale di Saint-Denis, descritto come un posto da «squattare» in caso di bisogno. Di qui la convinzione che i terroristi potessero cercare un rifugio proprio lì. La gigantesca mobilitazione poliziesca di mercoledì mattina – 110 uomini armati fino ai denti – dimostra che gli agenti sapevano che cosa avrebbero trovato: elementi pericolosissimi e strenua resistenza. Il conflitto a fuoco è stato terrificante. Le esplosioni hanno provocato il crollo dei muri e del pavimento. I corpi dei terroristi sono stati disintegrati. Macabro dettaglio, quando Hasna Aitboulahcen ha azionato la cintura esplosiva e si è fatta saltare in aria, la sua testa è volata fuori dalla finestra. Il suo sogno era andare in Siria. Come Hayat Boumeddiene, la vedova di Amedée Coulibaly (autore della strage all’Hyper Casher nel gennaio scorso). Un sogno terminato nel sangue.