I sammarinesi che acquistano su Amazon possono state tranquilli: spetta al colosso americano dell’e-commerce mettersi in regola con il fisco sammarinese, non ai consumatori. A precisarlo a Tribuna è il dirigente dell’ufficio tributario Ida Valli che fa chiarezza il giorno dopo la notizia del fermo da parte della Polizia civile di un carico di merci di Amazon che stavano per essere consegnate tramite un corriere ai clienti sammarinesi.
Web in rivolta
“Il motivi del fermo – racconta – derivano da numerose segnalazioni giunte al tributario”. D’altronde il ‘giochino’ che permetteva di ac- quistare merce esentasse sul Titano era arcinoto e molto diffuso. A testimoniarlo è anche l’eco che la notizia del fermo ha avuto in Repubblica. Da quando martedì sera il sito Giornalesm.com l’ha pubblicata, su Facebook è partito un vero e proprio tamtam, con centinaia di commenti di cittadini disperati, soddisfatti o infuriati.
Merce esentasse
Un dato, questo, ben noto anche al Tributario che ha deciso di procedere a un controllo mirato con l’ausilio della Civile “come prevede la legge” da cui è sfociato un sequestro cautelativo. Il dirigente Valli spiega quindi che “sono in corso accertamenti sul materiale sequestrato ma dalla documentazione individuata risulta l’esenzione di Iva e di monofase”. Dai documenti emerge inoltre che la merce proveniva dall’Italia.
Niente sanzioni al consumatore
Sul caso interviene anche la segreteria alle Finanze che tramite una nota oltre a confermare che “le leggi vigenti non prevedono sanzioni a carico del consumatore finale” precisa che “era in corso un monitoraggio della situazione delle vendite sul territorio sammarinese anche a seguito di ripetute segnalazione di privati ed operatori economici” che evidentemente subivano da Amazon una concorrenza sleale. Legge violata Palazzo Begni spiega inoltre che “nei mesi scorsi” ha attivato contatti con il colosso dell’e-commerce “per segnalare l’irregolarità delle vendite ed indicare le modalità di regolarizzazione al fine di potere continuare nella propria attività commerciale sul territorio sammarinese”. Ma ad oggi, come rivela il dirigente del Tributario – non risultano risposte.
Quindi finora Amazon ha operato in violazione della Legge 40/72 e successive modifiche, ossia senza versare l’imposta sulle importazioni, detta monofase, sui beni venduti.
Parla Amazon
Interpellata da Tribuna la multinaziona- le precisa attraverso il proprio ufficio stampa che “Amazon sta collaborando con le forze dell’ordine di San Marino per chiarire il più presto possibile le ragioni del loro intervento e per continuare a consegnare gli ordini ai propri clienti di San Marino”.
Cosa succede ora?
Appurato che i consumatori non rischiano alcuna ripercussione ci si interroga sulle conseguenze del gesto del Tributario. A partire dai beni sequestrati dalla Civile. La segreteria alle Finanze precisa che “entro 72 ore dal ricevimento dell’atto di sequestro il Tributario deve depositare alla cancelleria del Tribunale Commissariale richiesta motivata di convalida della misura e il Commissario della Legge deve pronunciarsi entro il termine prescritto dalla legge”. Più concreto il giudizio del dirigente Valli: “Se il pacco non viene consegnato il cliente può chiedere il rimborso direttamente ad Amazon”. Quindi i destinatari dei beni non perderanno i propri soldi.
Il ‘giochino’ continua
E agli altri? Quelli che vogliono acquistare ancora? Come conferma il Tributario, confermato da una nostra prova pratica nella tarda serata di ieri, non esiste alcun tipo di blocco. I sammarinesi possono per ora continuare a fare ordini e ricevere pacchi esenti da tasse (vedi box). Il rischio massimo che si corre è che il pacco venga sequestrato. Nel caso quindi non venga ricevuto si può chiedere il rimborso ad Amazon. Intanto la notizia sta avendo eco anche sulla stampa nazionale italiana, intenzionata a scoprire chi la spunterà tra il minuscolo Titano e il gigante americano.
Davide Giardi, La Tribuna