
(ANSA) – ROMA, 26 APR – Dopo due anni di lavori la Figc ha
completato l’iter che porta il calcio femminile al
professionismo dal prossimo primo luglio. “Una notizia che
coinvolge tutte quelle donne che hanno combattuto e combattono
ancora per l’uguaglianza e le pari opportunità” ha raccontato la
capitana della Roma Femminile, Elisa Bartoli all’ANSA. “Posso
dire che la nostra forza, la nostra perseveranza, il nostro
coraggio e il nostro amore ci hanno permesso di andare oltre –
ha proseguito – Oltre i pregiudizi, oltre alle offese che
purtroppo abbiamo dovuto spesso subire. La nostra unione è stata
la nostra vittoria”. La soddisfazione è tanta per un movimento
che negli ultimi anni è cresciuto sempre di più. “La percezione
e l’interesse del calcio femminile – ha spiegato Bartoli – sono
cambiati con l’avvento delle squadre professioniste, che hanno
contribuito ad alzare il livello del campionato e di conseguenza
della Nazionale italiana. E non è un caso se nel Mondiale del
2019 l’Italia sia arrivata tra le prime otto al mondo e di
quelle otto eravamo l’unica nazionale dilettantistica”. Un
qualcosa che non accadrà più, già da quest’estate con l’Europeo
inglese. Una decisione che “riuscirà a dimostrare ancora di più
il potenziale e la forza del nostro calcio” ha proseguito. Un
appeal cresciuto dopo il Mondiale, secondo la Bartoli.
“L’interesse del pubblico è aumentato tanto, sono aumentati i
tifosi sugli spalti per le gare di campionato e mi sento di fare
un ringraziamento speciale ai nostri tifosi romanisti che sono
davvero magnifici, e stagione dopo stagione hanno aumentato la
presenza al Tre Fontane”. Ringraziamenti allargati anche alle
istituzioni del mondo del calcio. “Negli ultimi anni si è
parlato sempre di più del professionismo nel calcio femminile,
ringrazio quindi le istituzioni e tutte le persone che hanno
lavorato affinché potessimo vincere questa battaglia. Nel mio
piccolo devo dire che, anche se fino ad oggi il mio status e
quello delle mie compagne è sempre stato quello di dilettanti,
la Roma ci ha permesso di allenarci in un contesto
professionistico e altamente qualificato, un ambiente in cui
ogni calciatrice meriterebbe di lavorare”. (ANSA).
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