Parla l’ex sostituto procuratore di Catanzaro Luigi De Magistris: A San Marino ci sono persone vicinissime a Prodi

Riprendiamo un articolo di qualche giorno fa a firma del bravo giornalista Gianmarco Chiocci del giornale, dove scrive di dichiarazioni che lo stesso De Magistris a fatto…e dove parla chiaramente di San Marino e dei suoi legami con Prodi. Eccone uno stralcio:

”L’accelerazione nei miei confronti – di De Magistris ndr – era evidente, cioè loro dovevano fermare l’inchiesta Why Not e si comprende perché, perché è un’inchiesta che coinvolge in modo serio il presidente del Consiglio (Romano Prodi, ndr) con ipotesi di reato serie e sicuramente già accertate nei confronti dei suoi strettissimi collaboratori, in particolare Scarpellini, Gozi e altro, che lasciava intravedere un discorso molto interessante di riciclaggio di denaro dalla Calabria a San Marino, tant’è che io ero riuscito a ottenere la piena collaborazione della dottoressa (…). Questa è la frustrazione di questa vicenda, perché io ero riuscito a coinvolgere ed avere l’appoggio di istituzioni ai massimi livelli, come addirittura il direttore dell’ufficio antiriciclaggio della Banca d’Italia, dottor Righetti, che stava lavorando con me su San Marino in tempo reale, i risultati che stavamo raggiungendo erano straordinari. Quindi c’era un interesse a fermare le mie metodologie di lavoro, la capacità di penetrazione, di cui diciamo vado orgoglioso e non voglio sembrare presuntuoso, ma le idee le avevo molto chiare su questa indagine».
«LE ARMI E I COLLABORATORI DEL PRESIDENTE»

«A un certo punto i miei consulenti, Genchi e Sagona, mi hanno detto che anche per la loro collaborazione con me stavano cominciando ad avere una serie di difficoltà e pressioni interne, quello è importantissimo perché il filone che portava a San Marino. E San Marino significava, sostanzialmente, l’indagine che riguardava gli uomini vicinissimi al presidente del Consiglio, Romano Prodi, e si tenga presente tra l’altro che un altro filone d’indagine che avevo cominciato a perseguire, non avendo ancora fatto alcun atto ma stavo per cominciarlo a fare, era un giro di traffico d’armi perché nell’indagine Why Not e Poseidone è uscito fuori il coinvolgimento di (…). E soprattutto erano emersi una serie di collegamenti molto strani tra Piero Scarpellini, che è uno dei principali collaboratori di Romano Prodi e l’Africa. In particolare anche il giorno delle perquisizioni che noi cominciammo alle sette del mattino, Scarpellini si trovava in Libia ed era partito stranamente la notte per Tripoli e una pista che stava venendo fuori da alcuni atti anche acquisiti era questa serie di viaggi molto strani di Scarpellini in paesi del nord Africa e del centro Africa».

articolo completo presso questo link: http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=311828&START=0&2col=