L’ENNESIMO femminicidio, l’ennesima lite sfociata in tragedia. È successo ieri a Parma, dove una donna italiana di 39 anni è stata trovata morta, il corpo ricoperto di lividi e ferite, riversa nell’androne del condominio popolare in cui viveva. Sarebbe stato il convivente, di origine nordafricana e con precedenti per spaccio, ad uccidere Alessia D. P. e avvertire il 118 prima di darsi alla fuga e rendersi irreperibile.
L’IPOTESI che sia stato proprio il compagno a uccidere la donna nel corso di una lite è avvalorata dalle testimonianze dei vicini, che parlano di frequenti litigi della coppia. A riprova di un’ulteriore diverbio, le numerose ecchimosi sparse sul corpo della vittima, che lasciano poco spazio ad altre interpretazioni dell’accaduto.
IL CORPO tumefatto della donna è stato trovato di fronte all’ingresso del condominio Acer, nella prima periferia di Parma, dove la coppia viveva da poco tempo. L’appartamento in via Bersaglieri, nel quartiere Montana, risulta assegnato alla vittima. I vicini hanno raccontato alcuni particolari della sua vita: si era trasferita da poco, era senza lavoro, e seguita da strutture che si occupano di assistenza. E con un compagno ventisettenne, violento, più volte arrestato per vicende legate allo spaccio.
SECONDO UNA prima ricostruzione il corpo della donna, dopo una violenta lite casalinga, sarebbe stato trascinato nell’ascensore e portato fino all’ingresso del palazzo. Poi la chiamata al 118 e la fuga dell’uomo. All’arrivo delle ambulanze, per la donna non c’era più nulla da fare.
«È UN DELITTO orribile» – ha scritto su Facebook il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, commentando l’accaduto – «un ennesimo caso di femminicidio che scuote le coscienze di tutti. Un atto tra i più vili e criminali verso il quale non ci può che essere una ferma condanna, e una forte presa di coscienza da parte della società». E ancora: «Le autorità competenti facciano al più presto chiarezza. Oggi e nei prossimi giorni Parma si stringe attorno al ricordo di una giovane donna che oggi, purtroppo, non c’è più».
Resto del Carlino