“Voglio continuare il cammino iniziato nel 2012”. Con queste parole Federico Pizzarotti annuncia ufficialmente la ricandidatura a Sindaco di Parma. Una dichiarazione nel segno dell’ambizioso progetto lanciato cinque anni orsono la cosiddetta “città in cammino”. Un’affermazione allora inaspettata dopo il disastro dell’amministrazione di centro-destra che sembrava lasciare la strada aperta ad una passeggiata senza problemi del Pd.
Come nel 2012 anche l’impossibile può diventare possibile. Nel 2016 abbiamo assistito ad un ribaltamento di sondaggi e di risultati quasi inevitabili. Nella politica nulla deve essere mai dato per scontato. Dalla Brexit, a Trump, al referendum costituzionale del 4 dicembre, alle elezioni politiche a San Marino si è verificato l’impensabile.
Pizzarotti si assume un enorme rischio. Stavolta non avrà l’imprimatur del M5S da cui è uscito la primavera scorsa. Correrà da solo con una lista civica ad personam. Nel caso di riconferma avrà indubbiamente convinto gli esigenti e particolari cittadini di Parma, altrimenti la sua esperienza politica sarà definitivamente terminata e ritornerà a lavorare in banca, al Credem dell’eterna rivale Reggio Emilia.
A prescindere dall’attuale primo cittadino, vinca la città che deve ritrovare una sua dimensione dalla riconfigurazione dell’aeroporto, allo sviluppo economico-industriale, alla lotta al degrado nei quartieri, alla trasformazione dell’autocompiacimento del passato nella realistica consapevolezza delle sfide del mondo globale.
Salvatore Occhiuto
