Parolin: astensionismo? E’ richiamo alla politica

Sono tutti “sociali”, i temi che sono stati trattati nel vertice bilaterale Italia Santa Sede, all’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, secondo quanto si apprende. Sanità, migranti tratta, povertà, ludopatia e anziani sono stati al centro dei colloqui tra governo e istituzioni vaticane e della Cei. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, sono seduti fianco a fianco nel salone d’onore dell’Ambasciata d’Italia presso la Santa sede, in occasione dell’evento celebrativo dell’anniversario dei Patti lateranensi e dell’Accordo di modifica del Concordato. Dietro di loro, le bandiere del presidente della Repubblica, della Santa sede, dell’Italia e dell’Unione europea. Sulla parte destra, per la delegazione italiana, siedono il presidente del Senato Ignazio La Russa, quella Camera Lorenzo Fontana, la presidente della Corte Costituzionale Silvana Sciarra, il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. Sulla parte sinistra del salone, per la delegazione vaticana, siedono il presidente della Conferenza episcopale italiana, cardinale Matteo Maria Zuppi, il sostituto per gli Affari generali, monsignor Edgar Pena Parra, il segretario per i Rapporti con gli Stati, monsignor Paul Richard Gallagher. Altri ministri presenti all’evento, oltre al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, sono quelli dell’Interno Matteo Piantedosi, dell’Economia Giancarlo Giorgetti, del Lavoro Maria Elvira Calderone e della Famiglia Eugenia Roccella.

“Non abbiamo parlato del tema del risultato elettorale – ha detto Parolin – né abbiamo evocato la questione dell’astensionismo“, tuttavia “è indubbio che è una disaffezione che solleva molti interrogativi, soprattutto sui giovani, e che appare proprio come un richiamo alla politica“. “Sulla famiglia abbiamo concordato che c’è la volontà di approntare misure strutturali per rafforzare la famiglia e il suo ruolo anche nella società, legato anche al tema della denatalità. Non si è entrati in generale in tematiche specifiche ma si è rimasti sulle generali”. “Sui migranti – ha aggiunto – è stata indicata da parte nostra la necessità di individuare percorsi di regolarizzazione dei flussi migratori”. “I colloqui sono andati bene, c’è stato un clima sereno. Abbiamo registrato anche la coincidenza su alcuni temi e la disponibilità ad ascoltare”. “Abbiamo trattato la questione Giubileo – ha detto-, della collaborazione nella preparazione. Siamo anche già un po’ in ritardo. Poi c’è stata una parte dedicata alle tematiche più vicine alla Chiesa italiana, come famiglia, povertà, scuola e poi soprattutto con il presidente della Repubblica abbiamo toccato temi più internazionali, anche il conflitto in Ucraina. Registrando la difficoltà di arrivare al cessate il fuoco, di mettere fine ai combattimenti . E soprattutto tenendo conto, l’aspetto umanitario che sta molto a cuore alla Santa Sede”.

“Incontro molto positivo – ha dichiarato Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri – che ha rafforzato se possibile i legami tra lo Stato e la Città del Vaticano e la Repubblica italiana. Abbiamo affrontato – ha proseguito – tanti temi di politica internazionale, di diritti umani, le sofferenze dei popoli siriano e turco, dei problemi anche italiani, della scuola paritaria, di tante questioni che riguardano anche la politica sociale, il terzo settore, il welfare”. “Un confronto – ha aggiunto – molto molto positivo. Credo che si potrà seguire un percorso comune su tante questioni. Anche sulla politica estera ci siamo confrontati parlando di pace, della situazione in Africa, nei Balcani, degli aiuti umanitari che stiamo portando, delle minoranze cristiane nel mondo dove c’è un forte impegno anche del ministero degli Esteri. Quindi un incontro molto positivo. E poi la presenza del presidente Mattarella ha rinforzato il confronto e quindi direi che è stata una giornata positiva”. “Tutti quanti vogliamo la pace. Non è facile, però per ottenere la pace bisogna impedire che ci sia la sconfitta dell’Ucraina. Sostenere l’Ucraina significa andare nella direzione della pace”. “Si possono fare tante cose”, ha aggiunto. “Pensiamo per esempio a creare una zona franca attorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia affinché non si corra il rischio di un disastro nucleare. Lì russi e ucraini potrebbero sedersi intorno a un tavolo, sotto l’egida delle Nazioni Unite, dell’agenzia che si occupa proprio di questo. Come bisogna continuare a lavorare perché i corridoi verdi, cioè quelli che permettono il trasferimento di cereali dall’Ucraina verso l’Africa, possano continuare ad essere corridoi veramente aperti e che si possa anche incrementare il numero delle navi che possono lasciare l’Ucraina per andare verso l’Africa”.


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