Un progetto economico per San Marino, c’è. E non possiamo fermarci ai tatticismi, alla logica per cui ciascuno cerca solo di salvare se stesso.
Molto risoluta e molto chiara la posizione sostenuta dal Patto per San Marino nell’incontro chiesto stamani dalla CSU. Che sul tavolo aveva messo il fallimento del tavolo tripartito, il blocco dei contratti, lo stand by degli ammortizzatori sociali e, più in generale, la preoccupazione per l’andamento lento dell’economia e dello sviluppo.
Non è vero che governo e maggioranza stiano navigando a vista, anche perché quando si naviga nella tempesta, a volte bisogna correggere la rotta in base alle condizioni esterne. Altrimenti si rischia di affondare.
Si poteva dire che governo e maggioranza sono stati molto bravi ad uscire dalla procedura rafforzata e dalla lista grigia, a siglare più di 20 accordi internazionali e due con l’Italia, garantire operatività al sistema bancario e finanziario; ma tutto ciò è stato ricordato solo per sottolineare le difficilissime condizioni in cui si è lavorato quotidianamente.
La tempesta è stata grossa. Anzi una tempesta perfetta. Ma prima di ripartire bisognava mettere San Marino in condizioni di farlo col piede giusto, ovvero di riallinearlo ad un contesto internazionale che l’aveva espulso. E’ anche vero che il progetto economico individuato con il programma di governo, cioè prima che succedesse tutto, ha necessità di essere reinventato perché alcuni capisaldi storici non ci sono più.
Gli accordi con l’Italia e con l’OCSE erano il primo punto del progetto economico della maggioranza e del governo. Possono dare grandi prospettive, quando tutta l’economia europea ripartirà. In ogni caso, capovolgere il sistema non è una situazione semplice da gestire e trova tantissime resistenze.
Secondo passo del programma è stato il tavolo tripartito, un’intuizione positiva che faceva leva sul concetto di fare squadra per ripartire insieme. Bisognerebbe riprendere il percorso da questo concetto. Intanto, però, i primi risultati sono stati positivi: legge sul credito agevolato e primo stralcio su ammortizzatori sociale. La legge è in dirittura d’arrivo.
L’effetto scudo non è stato uno zucchero. I miliardi di euro che se ne sono andati, avrebbero fatto saltare qualsiasi banca. Senza contare la vicenda Delta, che ha avuto ripercussioni sia sulla Carisp, sia su tutto il sistema. Ma le banche hanno retto. E il sistema ha retto. Non si è perso neppure un posto di lavoro. Grazie alla bontà degli interventi che si sono messi in campo.
Altri discorsi di nicchia (trust, affidamenti fiduciari, ecc.) sono nuovi tasselli del progetto economico. In aggiunta c’è la riforma PA, la legge sulle residenze, il secondo pilastro previdenziale, la nuova legge sul commercio e le iniziative che si stanno portando avanti sulle aree produttive.
Sicuramente tutti questi interventi hanno bisogno di maggior coordinamento, ma è anche necessario che tutti facciano la loro parte, perché salvare quello che c’è, dare strumenti alle nostre imprese e alla nostra occupazione, potenziare il commercio e i servizi, anche questo è economia reale.