Il Patto si confronta al suo interno sulla finanziaria più difficile degli ultimi 50 anni. Tra i tanti argomenti sul tavolo del Patto, alla vigilia di una sessione consiliare molto delicata come quella di novembre, una dimensione prioritaria ha avuto sicuramente la legge di bilancio. Nella consueta riunione di inizio settimana, le valutazioni politiche non hanno potuto disgiungersi da una considerazione comunque numerica. Le cifre hanno una loro indiscutibile importanza.
Infatti, l’unico dato veramente certo è la previsione di deficit, indicata sugli 80 milioni. Che vanno ad aggiungersi ai 70 del recente assestamento, e ai 40 dell’esercizio precedente.
Se non si fa nulla, a fine 2011, le casse pubbliche potrebbe avere un rosso non più gestibile.
Il lavoro condotto fin qui dal governo e dalla maggioranza ha seguito un duplice binario: cercare di contenere ulteriormente la spesa, individuare interventi significativi per reperire nuove entrate. Solo coi tagli, non si riduce il deficit.
Ma è anche vero che i risparmi sono la prima ed immediata fonte di entrata. Gli strumenti per lo sviluppo: nuovi investimenti, progetti di riforma, prospettive internazionali, sono fondamentali, ma devono essere giocoforza previsti in un arco di tempo a medio, o addirittura a lungo termine. Si parla di misure serie e molto concrete (il settore bancario e finanziario, la riforma fiscale e tributaria, ecc.), non di asfittici slogan.
Va anche detto che alcuni strumenti sono già operativi, come la riduzione della monofase e il decreto sulla fiscalità per attrarre nuovi investimenti.
Il progetto economico è frutto di tutto l’insieme delle cose.
Ecco dunque la struttura della legge di bilancio, che prevede tagli e risparmi; che individua nuove entrate anche tassando settori che finora non lo sono stati, sulla base di una concreta equità fiscale; e che poi assume la connotazione di una vera e propria finanziaria quando individua gli strumenti programmatici per l’economia.
Insomma, non solo tagli e nuove imposte.
Si può ulteriormente migliorare? Il Patto è convinto di sì.
Nel passaggio tra la prima e la seconda lettura, ogni gruppo si è impegnato a preparare emendamenti che possano aumentare la previsione di entrata, senza comunque diventare un carico per i cittadini. Poi ci sarà un confronto collettivo tra tutti i gruppi, quindi un altro tra Patto e Governo, prima della sessione consiliare di dicembre.
L’intenzione di tutti è di offrire il meglio della capacità progettuale, con profondo senso di responsabilità, e anche di buon senso, perché è nelle difficoltà che si vede veramente chi è capace di fare!
Patto per San Marino