Con il passare dei giorni emergono particolari sempre più interessanti sulla vicenda che ha visto coinvolti due dei principali protagonisti del Big Game di Macao: Paul Phua e Jerry Jong.
I tabloid cinesi si stanno scatenando con gossip di ogni tipo. Ma l’aspetto più rilevante è un altro. In molti si sono chiesti come mai Phua abbiamo commesso una leggerezza del genere. Un businessman della sua esperienza, dopo la fuga da Macao, perché è volato negli States? Nella tana del lupo?
Facciamo un piccolo passo indietro: Phua viene arrestato il 18 giugno nella capitale del gioco e iMondiali di calcio sono iniziati da 6 giorni. In corso ci sono anche le World Series of Poker, Las Vegas è l’ombelico del cash game mondiale e pochi giorni dopo c’è un appuntamento che lo tenta di più: il Big One Drop, torneo da un milione di dollari (briciole per lui).
E’ un periodo caldo per Paul che non ha tempo da perdere a Macao, dove le autorità lo braccano.
Insieme a Yong e altri sei uomini, gestisce un business milionario di scommesse legate alla Coppa del Mondo. Ogni giorno di inattività vuol dire perdere milioni. Basta citare una statistica: in dieci giorni a Vegas, l’uomo d’affari malese piazza scommesse per 360 milioni dalla sua suite del Caesars Palace, raccogliendo gioco da gamblers asiatici ed anche americani.
Paul Phua
Phua è padrone inoltre di uno dei colossi del betting asiatico (IBCbet), una società che ha un turnover che fa impallidire anche le multinazionali più in vista.
Così commette un errore fatale: vola con il suo jet privato negli Stati Uniti, il paese con le norme più restrittive al mondo sul gioco illegale (e l’FBI dopo pochi giorni glielo fa capire…), in particolare sul betting c’è un’attenzione particolare, soprattutto a Vegas, dove i casinò detengono il monopolio delle scommesse sportive.
- Perché Phua ha commesso una leggerezza del genere?
Per il South China Morning Post” c’è solo una spiegazione: dal febbraio del 2011 il boss malese viaggia con un passaporto diplomatico, rilasciato da San Marino. Dovrebbe essere l’ambasciatore (non residente) della Repubblica del Titano inMontenegro. Peccato che dallo stato dell’ex Jugoslavia non risulta: Phua non si sarebbe mai presentato per la registrazione presso il Governo locale.
Il businessman però credere di essere protetto dall’immunità diplomatica a Las Vegas, ma così non è perché San Marino gli ha revocato l’incarico di ambasciatore, dopo il primo arresto a Macao. E così l’FBI non si fa problemi e lo arresta insieme al figlio e al socio Jerry Jong. Ed ora, in attesa di processo, non potrà lasciare gli Stati Uniti, con un bel braccialetto GPS.
assopoker.com