Pd, dopo Giarrusso spunta Di Maio

Il Pd imbarca Dino Giarrusso e aspetta l’arrivo di Di Maio e Spadafora. Dal voto online alla caccia agli ex grillini: i dem sembrano sempre di più la brutta copia del M5S.

Nel dopo Letta al Nazareno regna il caos. Anche il governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini non ne becca più una. Prima annuncia, in pompa magna, l’adesione dell’ex grillino Dino Giarrusso, europarlamentare che in Sicilia è alleato dell’ex sindaco di Messina Cateno De Luca. Poi ingrana la retromarcia: «Noi siamo un partito aperto a chiunque.

Se Dino Giarrusso vorrà entrare e iscriversi al Pd, prima di tutto chieda scusa a chi ha ferito in passato e dimostri di accettare le regole e il percorso di questo partito». Delirio. Clamorosa retromarcia da parte del governatore che però incassa il sostegno di Piero Fassino: «Da Stefano Bonaccini un discorso da leader. Idee chiare, coerenza riformista, combattività, determinazione e passione. Avanti così per un nuovo Pd e una alternativa forte e vincente alla destra» – annuncia l’ex sindaco di Torino.

E anche sul caso Cospito, l’anarchico in sciopero della fame, non sembra avere le idee chiare. «Chi, come certi movimenti anarchici, compie attentati, rivolge violenza verso poliziotti, carabinieri, forze dell’ordine e della sicurezza è un criminale, nemico della democrazia e della convivenza civile. Solidarietà e vicinanza a chi difende la sicurezza di tutti. Altra cosa è evitare da parte dello Stato che un carcerato come Cospito muoia in carcere. Trasferirlo in un carcere con un centro clinico attrezzato, come chiede il Garante dei detenuti, è giusto, in attesa del pronunciamento della Cassazione sul suo 41 bis, che comunque dovrebbe essere più ravvicinato possibile. E se questo servisse ad evitare tensioni dentro le carceri e ad isolare ulteriormente attentatori e criminali, sarebbe una cosa utile» – chiede il senatore Walter Verini.

Arriva Giarrusso e va via Alessandro Gassmann. Saldo in pari. Il Pd è un porto di mare. «Un partito che continua ad essere “riempito” di individui che non sono richiesti e che nulla hanno a che fare con l’idea iniziale. Un continuo cavallo di Troia lontano dai problemi reali e dal futuro delle nuove generazioni. Non vi voto mai più» attacca l’attore su Twitter.

Il messaggio di Gassmann non è passato inosservato, scatenando centinaia di commenti favorevoli e contrari. Gassmann fugge. Ma la grillinizzazione potrebbe continuare nelle prossime settimane con l’adesione di Luigi di Maio e Vincenzo Spadafora. Per l’ex ministro degli Esteri la trattativa è più complicata. Di Maio attende prima l’esito della selezione della commissione Ue per la scelta dell’inviato nel golfo Persico. L’ex capo dei Cinque stelle non vuole irritate il governo Meloni: l’ok dell’ Esecutivo italiano per la nomina è fondamentale.

La trattativa con Vincenzo Spadafora è a buon punto.

L’annuncio potrebbe arrivare a stretto giro. Già alle Europee l’ex ministro dello Sport potrebbe scendere in campo con la lista del Pd. Il caso Giarrusso spacca i dem. Bonaccini frena. Elly Schlein getta benzina sul fuoco. Chi festeggia è Alessio D’Amato, candidato per la presidenza della Regione Lazio che spera di recuperare nei sondaggi. Giarrusso nel Pd? «Il nostro è un grande partito, aperto a tutti. Può essere anche un segnale utile per un voto disgiunto nel Lazio, che è una cosa importante per non far tornare queste destre al governo della Regione» – taglia corto D’Amato a margine di una iniziativa a Roma. E poi su rapporti col M5s: «Adesso siamo competitor, per cui vince chi ha più capacità di parlare agli elettori e alle elettrici e anche sui programmi. Noi abbiamo un programma chiaro e una coalizione forte che oggi è qui unita a sostenermi, poi vedremo alla fine i risultati».

Intanto oggi a Roma la candidata Schlein raduna militanti, amministratori e amministratrici della città per parlare di lavoro, lotta alle disuguaglianze, scuola e sanità, giustizia sociale.


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