Pd nella bufera. Scoppia il caos tessere anche a Rimini «Iscritti al partito a nostra insaputa»

Non siamo certo a Napoli, dove lo scandalo delle tessere comprate sta assumendo proporzioni gigantesche. Ma a Rimini non ci facciamo mai mancare niente. Finirà davanti alla commissione di garanzia il caso delle tessere (quasi una ventina) depositate martedì mattina in extremis dall’ex consigliere comunale Giovanni Pironi. In tanti a Rimini hanno rinnovato la tessera entro il 28 febbraio, ultimo giorno utile per avere il diritto a votare i delegati al congresso. Se alle primarie possono votare tutti, a scegliere i delegati possono essere infatti solo gli iscritti al Pd in regola con il tesseramento. L’aria di primarie ha fatto ripartire la corsa alle tessere, tanto che il Pd di Rimini ha chiuso con oltre 2mila iscritti. Ma quelle venti tessere presentate da Pironi sono state congelate perché non sono state rilasciate dal circolo. E’ andato a prenderle, direttamente a Bologna, il consigliere regionale Giorgio Pruccoli per conto di Pironi.
«PIRONI non poteva farlo – attacca il segretario comunale Alberto Vanni Lazzari (che sostiene Orlando alle primarie) – C’è una procedura precisa: le tessere possono essere rilasciate solo dalla direzione provinciale, dai segretari di circolo. E Pironi non è più segretario». Il circolo a cui appartiene (il Valmarecchia) è di fatto commissariato, «lo stiamo rinnovando. Insomma, Pironi a che titolo ha fatto il rinnovo delle tessere, dopo che per anni non si sono registrati nuovi iscritti». Per questo «abbiamo deciso giovedì in direzione di portare il caso davanti alla commissione di garanzia, per fare un approfondimento. E’ un’operazione di trasparenza doverosa». Tra l’altro Pironi ha portato sì le tessere, ma non avrebbe raccolto tutti i soldi dovuti. Ogni iscrizione costa 15 euro, ma molte di quelle tessere sarebbero state prese dietro a un pagamento di soli 5 euro». Il caso ha irritato (e non poco) Giorgio Pruccoli: «I fatti sono questi – spiega – Pironi mi ha telefonato lunedì, mi ha detto che non riusciva a passare a prendere le tessere e mi ha chiesto una mano. Io ero a Bologna per impegni istituzionali e sono andato a prendere le tessere direttamente lì e gliele ho portate lunedì sera. Mica sono tessere farlocche…». Per Pruccoli insomma il caso non esiste, «c’è da farsi una grassa risata. Il Pd dovrebbe dare a tutti la possibilità di tesserarsi, tanto più che l’iscrizione è possibile anche sulla Rete». Pruccoli se la prende poi con il segretario Magrini, con Maurizio Melucci e col sito Chiamamicittà per come ieri ha riferito la vicenda. «Stanno dimostrando quel che vado dicendo da mesi: quello è diventato l’house organ di una certa parte del partito». Allacciatevi le cinture: la sfida tra i renziani e i sostenitori di Orlando è appena iniziata. Il Resto del Carlino