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  • PD Santarcangelo. Paola Donini: e l’insulto razzista al basket “Da mamma, donna e segretaria di un partito dell’inclusione mi vergogno per quella donna”

    Paola Donini: “Da mamma, da donna e da segretaria di un partito che fa dell’inclusione un dogma mi vergogno per quella donna razzista sugli spalti del basket. La società e la politica dovrebbero dare buoni esempi ai giovani e la deriva è invece generale”

    “Vergogna. E lo dico da mamma, da donna e da segretaria di un partito come il Pd che fa del rispetto e dell’inclusione uno dei suoi capisaldi per una società veramente aperta e solidale”. Così la segretaria del Partito Democratico Paola Donini sul grave episodio di razzismo verificatosi qualche sera fa alla palestra Carim, dove la mamma di una giocatrice ha urlato “sei una scimmia” a una ragazzina di colore sul parquet.

    “Nei nostri programmi elettorali lo sport è da sempre un punto di fondamentale importanza perché portatore di valori di civiltà e rispetto che non possono essere rovinati dall’indecenza e dal razzismo di chi non capisce neppure i valori basilari di quello che sta guardando. Siamo vicini alla ragazza offesa, alla sua famiglia e alla sua squadra, dispiaciuti che la partita non sia stata interrotta e riconvocata perché su questi fatti, proprio per difendere quello che lo sport rappresenta bisognerebbe dare segnali inequivocabili. Così come siamo vicini anche alla giovani della squadra avversaria e alla figlia della donna, tutte vittime di questa bruttissima pagina: le colpe dei genitori non devono mai cadere su nessuno” spiega Donini, allargando quindi la prospettiva: “Anche la politica dovrebbe dare il buon esempio, mentre ricordiamo bene lo stesso epiteto lanciato dal senatore Calderoli, quello che ora dovrebbe rimettere mano alla nostra Costituzione, alla ex ministra all’integrazione Kashetu Kyenge, o di Salvini che non riuscì nemmeno a condannare pubblicamente gli atti di un tale Traini che nel 2018 sparò dalla sua auto a Macerata prendendo a bersaglio persone di colore solo per il fatto che erano tali”.

    “Da mamma, poi, è incomprensibile la mancanza totale di empatia di questa donna verso una coetanea delle figlie, tutte giocatrici: come può non immedesimarsi in offese che sarebbero potute essere rivolte alle sue ragazze su altre questioni? È veramente avvilente e sintomo che in Italia c’è un problema educativo enorme in fatto di rispetto delle persone e di comprensione degli altri. Dobbiamo essere tutti impegnati per tenere fermi i valori di convivenza e di rispetto, lo sport è uno dei veicoli più importanti di questa cultura e vergogne di questo tipo non devono essere tollerate nè possono ripetersi. La nostra vicinanza alla ragazza offesa si estende anche alle figlie della mamma razzista: tali esempi ancor più amplificati dalla diretta Facebook che raggiunge le nuove generazioni non le aiutano certo ad affrontare né il mondo dello sport nè soprattutto la vita” conclude la segretaria.