Pechino esorta a non varare nuove restrizioni Covid

   La portavoce del ministero degli Esteri cinese, Mao Ning, ha esortato i paesi a non imporre nuove restrizioni a chi arriva dalla Cina, chiedendo invece di “lavorare insieme per proteggere i normali movimenti delle persone“. “Sin dallo scoppio dell’epidemia, Pechino ha condiviso informazioni e dati affidabili con la comunità internazionale in modo aperto e trasparente”, ha sottolineato la portavoce, auspicando che “il segretariato dell’Organizzazione mondiale della sanità  mantenga una posizione scientifica, obiettiva e corretta, e che si sforzi di svolgere un ruolo positivo per la risposta mondiale alla sfida della pandemia”, dopo che l’Oms ha denunciato che Pechino sottostima i decessi e il numero dei malati causati dal virus.

   All’inizio di dicembre, la Cina ha inaspettatamente revocato la maggior parte delle misure contro il Covid che avevano ampiamente protetto la popolazione dal virus dal 2020. Da allora, il Paese sta affrontando la peggiore epidemia di casi, mentre gli ospedali e i crematori appaiono sovraccarichi. Tuttavia, le autorità riportano pochissimi decessi legati al virus dopo un controverso cambiamento nella metodologia di conteggio dei casi. “Riteniamo che le cifre attualmente pubblicate dalla Cina sotto-rappresentino il reale impatto della malattia in termini di ricoveri ospedalieri, ricoveri in terapia intensiva e soprattutto in termini di decessi”, ha detto ieri Michael Ryan, responsabile dell’Oms per la gestione delle emergenze sanitarie.

  Mao ha ribadito che Pechino condivide “informazioni e dati rilevanti” sull’epidemia e ha sottolineato la “stretta collaborazione” tra Cina e Oms. D’ora in poi, solo le persone che muoiono direttamente a causa di un’insufficienza respiratoria legata al virus vengono conteggiate nelle
statistiche cinesi. Il Paese, con una popolazione di 1,4 miliardi di persone, ha registrato solo 23 decessi per Covid da dicembre, nonostante un’ondata di infezioni senza precedenti negli ultimi tre anni.

   Da parte sua, la commissaria Ue alla Salute Stella Kyriakides ha insistito che “la Cina deve condividere in modo trasparente i dati sulla sua situazione attuale”, accogliendo del resto con favore che ieri il meccanismo di Risposta integrata alle crisi politiche (Ipcr) abbia dato una “forte raccomandazione” agli Stati Ue di introdurre l’obbligo di test Covid per i viaggiatori in arrivo che sono imbarcati in Cina. Nonostante l’ondata di epidemia nel paese, da domenica ai cinesi sarà consentito viaggiare all’estero dopo 3 anni. Una decisione questa che ha spinto diversi Paesi, tra cui l’Italia, a richiedere il tampone negativo all’arrivo. E oggi anche la Germania ha annunciato che introdurrà i test obbligatori per chi arriva dalla Cina: lo ha reso noto il ministro della Salute Karl Lauterbach.

   Intanto, secondo l’ultimo bollettino dell’Oms sulla pandemia, a livello globale nella settimana dal 26 dicembre 2022 al primo gennaio 2023, sono stati segnalati oltre 3 milioni di nuovi casi di Covid-19 e 10.000 decessi, con un calo rispettivamente del 22% e del 12%. Ma se si considerano
gli ultimi 28 giorni (dal 5 dicembre al primo gennaio), sono stati segnalati 14,5 milioni di casi e oltre 46.000 decessi, con un aumento del 25% e del 21% rispetto ai 28 giorni precedenti. Dall’inizio della pandemia, indica il rapporto, sono stati confermati 656 milioni di casi e oltre 6,6 milioni di
decessi. 


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