Pechino, la russa Gazprom firma l’accordo vincolante per nuovi gasdotti: Power of Siberia 2 e Soyuz Vostok via Mongolia. Xi e Putin rilanciano l’intesa. Regalo occidentale al regime cinese?

A Pechino, oggi, l’energia riscrive gli equilibri: Gazprom ha messo la firma su un accordo giuridicamente vincolante per costruire il nuovo gasdotto Power of Siberia 2 verso la Cina e, insieme, il collegamento di transito Soyuz Vostok che attraverserà la Mongolia. L’indicazione arriva da Bloomberg, che riporta quanto riferito all’agenzia russa Interfax dall’amministratore delegato Alexey Miller.

L’intesa si innesta su una rete già attiva tra i due Paesi: al momento i flussi passano attraverso il gasdotto Power of Siberia, con una capacità prevista di 38 miliardi di metri cubi l’anno. Secondo il quadro illustrato nell’articolo di riferimento, dal 2027 la cosiddetta rotta dell’Estremo Oriente dovrebbe innalzare di altri 10 miliardi di metri cubi i volumi annui diretti in Cina.

Sul piano politico, la giornata ha visto un passaggio simbolico: Xi Jinping e Vladimir Putin si sono incrociati nella Grande Sala del Popolo. Stando ai media statali, il leader cinese ha accolto Putin come un “vecchio amico” e ha rivendicato la tenuta dei rapporti sino-russi nonostante i cambiamenti internazionali, presentandoli come esempio di buon vicinato, coordinamento strategico e cooperazione vantaggiosa per entrambe le parti. Xi ha inoltre rilanciato la sua iniziativa per una governance globale più giusta ed equa, fondata sui principi della Carta Onu. Secondo la Cctv, Putin ha definito la proposta tempestiva e necessaria, ha ringraziato per l’accoglienza e ha descritto i legami bilaterali come a un livello mai raggiunto, sottolineando la continuità dell’intesa tra Mosca e Pechino.

epa10534502 Chinese President Xi Jinping is greeted by Russian President Vladimir Putin at the Kremlin in Moscow, Russia, 20 March 2023. EPA/XINHUA / Shen Hong CHINA OUT / MANDATORY CREDIT EDITORIAL USE ONLY

L’agenda cinese ha compreso bilaterali con il presidente uzbeko Shavkat Mirziyoyev e con il premier pakistano Shahbaz Sharif. Quindi l’incontro con il presidente mongolo Ukhnaa Khurelsukh si è trasformato in un trilaterale con Putin: al centro, le ipotesi di sblocco del progetto Power of Siberia 2, che punta a più che raddoppiare la capacità di trasporto del gas russo verso la Cina e che prevede un tratto attraverso il territorio mongolo. Nel pezzo vengono richiamate anche le riserve espresse da Pechino sul piano.

Intanto, un altro dossier si muove sui binari della diplomazia: il leader nordcoreano Kim Jong-un è in viaggio verso la capitale cinese su un treno blindato, accompagnato da alti funzionari di partito e di governo, con arrivo atteso nel pomeriggio in occasione delle celebrazioni per l’80° anniversario della “Guerra di resistenza popolare” contro l’aggressione giapponese. La stampa di Stato nordcoreana ha dato notizia della missione già alla partenza, scelta insolita. La Kcna ha inoltre riferito di una visita di Kim, lunedì, a un istituto dell’Accademia generale dei materiali chimici: il focus è su materiali compositi in fibra di carbonio applicati a motori ad alta spinta, fino a 1.960 kilonewton, destinati alla serie di missili Hwasongpho-19 e al nuovo Hwasongpho-20.

Energia e diplomazia convergono così oggi a Pechino: mentre si consolida formalmente il capitolo Power of Siberia 2 con il corridoio mongolo di Soyuz Vostok, il dialogo tra capitali continua a ridisegnare il quadro regionale… Ma che “regalo” ha fatto l’occidente, Ue in testa, al regime cinese?