ALLA VIGILIA in pochi ci avrebbero scommesso anche solo un centesimo. Pure al settimo giro sarebbe stato un azzardo. Un investimento kamikaze, visto il ritardo di quasi 9 secondi da Jorge Lorenzo, in quel momento a dettare un ritmo serrato che pagherà caro. Poi il meteo ha rimescolato le carte in tavola. La pioggia che smette, le traiettorie che s’asciugano e la Honda di Dani Pedrosa che inizia a viaggiare neanche fosse sui binari. Veloce e sicuro. Dani trova il suo ritmo, risale, liquida in scioltezza le due Yamaha e ritrova il gusto della vittoria che non assaporava da Brno 2014. Chiude davanti a Rossi e a un Lorenzo in crisi con le gomme più degli altri. Podio numero 139 (come il connazionale Angel Nieto), sigillo numero 50 sul circuito di casa Honda. La sua carta vincente? «Non essere partito benissimo, non avere feeling e quindi non essere riuscito a spingere da subito». Le gomme hanno respirato e quando è servito spremerle, ne aveva ancora: «Ma se non fosse piovuto non avrei avuto nessuna possibilità contro le Yamaha», riconosce Pedrosa.
LA SUA RIMONTA vale comunque. Almeno quanto il finale di stagione che lo vede protagonista dopo un inizio di campionato difficile. L’intervento alle braccia, i dubbi se e quando rientrare, le critiche di chi l’ha sempre bollato come uno piatto. Un pilota «soporifero». E invece ad Aragon le bastonate nel corpo a corpo con Rossi, ora il successo made in Japan: «Gli ultimi giri sono stati speciali, era da tanto tempo che non vincevo e volevo ripagare tutta la gente che mi aveva aiutato in questi mesi – la soddisfazione di Pedrosa –. La cosa più importante, però, è essere tornato a divertirmi in moto».
Ci riproverà anche fra una settimana in Australia. Assoluto terzo incomodo nella lotta fra Rossi e Lorenzo: «Non potranno contare solo sui loro risultati, saranno importanti anche quelli degli avversari». Sì, pure quello di Marc Marquez, fantasma per tutto il weekend: «Non riuscivo a trovare un assetto che mi desse fiducia, soprattutto in uscita di curva. Dobbiamo capire il perché. Be’, almeno la pioggia ha aiutato la mia mano», la prende con filosofia l’ormai ex campione del mondo.
Mastica amaro, invece, la pattuglia tricolore. In casa Ducati, Andrea Dovizioso (5°) è costretto a dare strada a Marquez per uno «strano degrado dell’anteriore per cui non potevo forzare», mentre Iannone tradito dal motore ha dovuto alzare bandiera bianca all’11° giro: «Mi rifarò in Australia». Delusione anche in Aprilia, con la pioggia che ha annullato il bel lavoro del weekend che aveva portato alla miglior qualifica della stagione: Alvaro Bautista chiude 16° al limite della zona punti mentre Stefan Bradl 18° dopo un’uscita di pista.
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