
(ANSA) – ROMA, 30 DIC – “Pelè ci ha spiegato prima cosa
avrebbero fatto Maradona e Messi”. Daniele Adani, al telefono
con l’ANSA, interviene sull’eterno dibattito del calcio
mondiale: chi e’ il migliore di sempre? “O Rei – argomenta l’ex
giocatore, ora commentatore tv – e’ l’invenzione del calcio come
lo conosciamo oggi, per gesti tecnici, atletici, letture,
intuizioni, finte, conclusioni. E’ come aver portato la massima
espressione della natura del calciatore dentro al gioco”.
Adani, che al Mondiale recentemente conclusosi ha dimostrato
entusiasmo e commozione per le partite dell’Argentina e di
Messi, sottolinea che con Pelè “il numero Dieci diventa il
numero Dieci”. “A un livello più alto, più simbolico – spiega -,
Pelé è il Brasile che alza finalmente la testa, diventa, come
dice nell’inno, Gigante por Natureza, con la vittoria del suo
primo mondiale, nel 1958, si può proclamare O Pais do Futebol,
grazie a un diciottenne che in finale piazza due pallonetti
sulla testa dei giocatori svedesi (“chapeu” li chiamano nella
sua patria) e davanti a un pubblico europeo che mai aveva visto
gesti del genere. Il Brasile diventa finalmente il Brasile, il
Numero Dieci diventa il Numero Dieci”.
“Pelé – prosegue Adani – è però soprattutto il bambino che
trova la realizzazione massima del sogno del calciatore, è il
concetto di efficacia abbinata alla bellezza legata all’emozione
vissuta nella gioia, nel piacere di giocare. Ciò che si poteva
sognare, attraverso O Rei si è realizzato. Si realizza, ogni
giorno: come dice oggi un quotidiano di San Paolo: “Pelé è
morto, posto che Pelé possa morire”.
Perche’, sostiene Adani, i suoi confini sono molto più ampi di
quelli di un semplice fuoriclasse. “Pelé è infatti il racconto
pieno di meraviglia dei nostri genitori, dei nostri nonni, è, se
vogliamo, anche lo strumento del passaggio di consegne della
passione per il calcio da una generazione a un’altra. Lo
ereditiamo e lo sentiamo nostro, quindi attraverso lui, o Rei,
troviamo noi stessi e rivendichiamo il diritto a sognare dentro
a un campo da calcio. Anche per questo, soprattutto per questo:
obrigado Edson Arantes do Nascimento” (ANSA).
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