Piero Pelù ha fatto visita al carcere fiorentino di Sollicciano, suonando per l’occasione davanti a un centinaio di detenuti. L’iniziativa si è svolta questa mattina nell’auditorium del carcere dove Pelù ha cantato accompagnato dal suo chitarrista e poi ha avuto un confronto con i detenuti. “La situazione dei penitenziari, come quella degli ospedali e della nostra scuola pubblica – ha commentato il rocker – ci impone di stanziare più soldi possibili del Pnrr per aumentare sensibilmente il personale in tutte queste strutture, e per migliorare le condizioni di studenti, pazienti, detenuti e detenute nonché insegnanti, medici e personale penitenziario, perché anche da loro dipende la qualità della società italiana futura”. “Vorrei che Sollicciano – ha detto ancora – diventasse come quei carceri, purtroppo rari, dove veramente le persone vengono riabilitate e rilanciate per una nuova vita, quindi indirizzate professionalmente per non rischiare che tornino a delinquere quando usciranno”.
Per Pelù “basta quindi con carceri sovraffollati, sì alle prigioni dove la dignità dell’individuo è centrale. Un altro carcere è possibile”. Riguardo all’incontro con i detenuti Pelù ha raccontato di aver “parlato con i ragazzi e le ragazze e una di loro mi ha detto ‘Vogliamo fare scuola di canto, seriamente, per diventare cantanti’. Io dico sì alla scuola di canto come dico sì a quella di orticoltura, di falegnameria, di pizzeria, alla scuola per muratori”. “Tutto quello che può davvero aiutare questi detenuti – ha osservato ancora – un domani ad uscire dal carcere e costruirsi una nuova vita. È stato bello vedere un ragazzo e una ragazza che si baciavano durante il mio piccolo concerto, mi ha fatto pensare a Mare fuori e alla mia esperienza con i ragazzi di Nisida nel 2018 che ha ispirato la canzone Gigante”.
Per Antonella Tuoni, direttrice di Sollicciano, “è stato emozionante, una giornata di musica che si è svolta cornice festosa e positiva per i detenuti, uomini e donne, e per il personale di sorveglianza. La musica è un collante universale e speriamo che che ci siano altre occasioni del genere”. (ANSA).
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