Si avvicina la settimana più meravigliosa dell’anno a Pennabilli e fervono i preparativi per il Festival internazionale di arti performative Artisti in Piazza.
Ad una settimana esatta dall’inizio del Festival è stato pubblicato sul sito www.artistiinpiazza.com il programma orario degli spettacoli che andranno in scena nei giorni della kermesse dal 13 al 16 giugno 2024.
Restano disponibili online, solo fino all’8 giugno, le prevendite scontate di biglietti e abbonamenti sul sito liveticket.it, poi dal 9 al 16 giugno si potranno acquistare online a prezzo pieno o fisicamente, nei giorni del Festival, alle biglietterie all’ingresso del paese.
Questo fine settimana, oltre al fermento dei preparativi, ci saranno due interessanti appuntamenti:
Sabato 8 e domenica 9 giugno si svolgerà un laboratorio di Land Art con Ars RuRaliS finalizzato alla costruzione di un’opera collettiva composta di materiale vegetale raccolto in loco. Un’opera pensata per e con la comunità: saranno infatti una trentina i partecipanti al laboratorio, un’occasione dove il dialogo umano si intreccia a quello col territorio e il paesaggio. L’opera conclusa si potrà ammirare durante il Festival in via del Padreterno – “Giardino di Fra”.
Sabato 8 giugno alle ore 17 al Palazzo del Bargello di Pennabilli verrà inaugurata la mostra Lucente Luna d’acciaio per senni e oggetti perduti dello scultore Brunivo Buttarelli (Casalmaggiore CR – 1946) con la presenza dell’artista. Mostra organizzata in collaborazione tra Associazione culturale Ultimo Punto e l’Associazione culturale Pennabilli Antiquariato.
Il Palazzo del Bargello ospiterà tredici opere realizzate dallo scultore in un percorso che si traduce in una narrazione metaforica e a tratti provocatoria ispirata all’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto.
L’interesse di Buttarelli nei confronti dell’autore cinquecentesco deriva dal dialogo con la poetessa Tania Di Malta e, in seguito, con il professore Giuseppe Langella, entrambi presenti all’inaugurazione insieme a Davide Chindamo.
Attraverso la reinterpretazione del capolavoro letterario, Buttarelli ci accompagna in un immaginario viaggio di Astolfo a cavallo del suo ippogrifo, per recuperare il senno perduto di Orlando in quella metallica luna dove si accatasta tutto ciò che l’uomo, incautamente, butta via. Così come l’Ariosto sosteneva che l’unica cosa che non abbonda sulla luna è la pazzia, perché quella rimane tutta sulla terra, Brunivo ci suggerisce attraverso le sue tredici opere la totale perdita della ragione nell’agire dell’uomo contemporaneo.
È in questo mondo ribaltato che va letta l’intera opera, dove le cose giuste vengono buttate per l’incapacità di dar loro significato, mentre a terra rimane il non senso, le cose fini a se stesse, tutto il corollario della superbia umana; non più sul terreno della narrazione eroica, quindi, ma nella prospettiva rovesciata che l’Ariosto stesso dava quando diceva che nel poema l’unico fornito di giudizi fosse il cavallo.
Da una parte Buttarelli recupera materiali di scarto, conferendo loro la funzionalità, la forma e il senso superiore dell’arte; dall’altra lancia un monito ultimativo, che ha la perentorietà di un s.o.s., prima di un’irreparabile catastrofe.
Residui metallici abbandonati, che per noi costituiscono inutili rottami, danno vita a una delle più rappresentative sculture in mostra: i due armigeri Ruggiero e Rodomonte, alti e solenni, spalla contro spalla, la testa reclinata in avanti a sottolineare un duello senza azione, silente e interiore che ci parla del nostro senno perduto nel continuare a credere che la pace possa essere perseguita con le armi e di come la guerra sia espressione estrema della follia umana.
Le loro armature medievali sono assemblate a corpetti ed elementi ortopedici d’oggi, intesi come impietose, vuote, armature contemporanee che si trasfigurano in potenti esoscheletri di tempra, forza e resilienza.
In particolare, i due busti ortopedici di resina bianca che ne costituiscono il fulcro, sono giunti all’artista dalla madre di Francesco: ora un luminoso abitante del cielo, che continua a vivere nel cuore di tutti i pennesi.
Nello spazio angusto in cui ormai l’uomo è prigioniero, seppellito dagli oggetti che lo inseguono fino alla luna, accecato com’è da un insulso delirio di onnipotenza che si affida alle promettenti e iperboliche risorse della più sfrenata tecnologia, si colloca la ricerca di uno stretto legame fra trasformazione e utopia. La splendente luna metallica, pur solcata da valloni colmi di oggetti abbandonati, diventa meta e base di programmi futuri, a cui guardare per aspirare a un mondo migliore e a una rinascita e ritrovare i senni degli uomini contemporanei.
La mostra sarà aperta sabato 8 giugno in occasione dell’inaugurazione, poi riaprirà dal 13 al 16 giugno in occasione del Festival Artisti in Piazza e successivamente dal 30 giugno al 14 luglio in occasione della Mostra Mercato Nazionale dell’Antiquariato.