Pensiero di Adolfo Morganti (Paneuropa) sull’attentato a Bianchini

una nuova tappa dell’escalation contro San Marino?

La notizia dell’attentato incendiario alla casa di Marco Bianchini, Presidente della ditta Karnak, non può che preoccupare vivamente chi viva con partecipazione le dure vicissitudini cui la Repubblica di San Marino è da mesi sottoposta.

Dalle prime, evidenti risultanze, pare proprio un attentato nel classico stile mafioso, estraneo sia alla tradizione civica che agli usi e costumi di San Marino.
Un segnale intimidatorio su commissione, dunque, che per lo stile ed il metodo non è difficile accostare a decine di episodi simili che quotidianamente avvengono nelle zone della Repubblica Italiana in cui spadroneggia la Criminalità Organizzata, oramai non più solo limitate al meridione. Appare quindi più che opportuno che le forze di Polizia che in Repubblica si occupano della Criminalità Organizzata prendano in mano le indagini del caso, utilizzando appieno gli strumenti che una più compiuta cooperazione giudiziaria fra San Marino e l’Italia deve garantire in entrambe le direzioni senza sperequazioni.

I molteplici legami fra Criminalità Organizzata ed imprenditoria deviata, parimenti attestati da decine di indagini giudiziarie italiane, non possono che aumentare l’allarme per un episodio consimile, che deve far comprendere come una delle frontiere oggi più roventi della nostra Repubblica sia oramai quella della difesa del nostro tessuto economico, a fronte di aggressioni che dal livello più elevato possono scendere fino a questi squallidi esempi.

Un ulteriore segnale che deve spingere i Sammarinesi a riscoprire la propria dignità di cittadini di una Comunità antica, che deve oggi difendersi da attacchi cui ci siamo evidentemente disabituati.