La situazione politica sammarinese non è semplice e neppure stabilizzata. L’immobilismo e il conservatorismo che si sono imposti nel 2008 hanno portato il Paese in una crisi spaventosa. Il governo non ha un progetto per uscire dall’emergenza e per invertire il ciclo economico. Non si è reso conto che la crisi è di sistema e che di questo passo potrebbe incrociarsi con una nuova crisi internazionale che non è da escludere. Sarebbe letale.
La maggioranza vuole dare una immagine di compattezza con parole e slogan, ma dentro si agitano più anime. Il progetto NS-AP è fallito per cui le loro strade porteranno NS a confluire nella DC mentre AP, per non uscire dal Consiglio nelle prossime elezioni, dovrà guardarsi intorno e trovare convergenze per formare un nuovo soggetto politico competitivo. Il PSD non può sottomettersi ancora a lungo alla politica di CL e grembiulini, per non uscire dall’area riformista e per non perdere ulteriori consensi. La DC dovrà ritrovare la strada del popolarismo e liberarsi dei condizionamenti negativi e ideologici attuali per cui dovrà fare i conti al suo interno. L’opposizione non sta molto meglio perché è troppo frazionata e non si pone seriamente l’obiettivo di un cambiamento di governo e di sistema. Svolge un grande lavoro parlamentare per ritoccare i provvedimenti del governo, per criticare e opporsi a ceri atti e comportamenti di governo, ma non emerge la volontà di costruire una nuova San Marino attraverso una alternativa democratica formata da tutte le forze del cambiamento disponibili. Il rischio è quello di essere assorbiti nel Palazzo delle nebbie anziché promuovere e guidare una “rivoluzione civile” per salvare il Paese.
NON SI POSSONO ASPETTARE LE MACERIE.
San Marino, 2 maggio 2014