Nel, Tonnini (Rete): “C’è preoccupazione per le parole con le quali Celli ha concluso la sua lettera di dimissioni perché andandosene ha fatto una promessa ai suoi padroni lasciando detto che il lavoro verrà portato avanti”. William Casali (Pdcs): “Fermiamo la svendita”.
All’indomani dell’insediamento del nuovo segretario alle finanze proseguiamo nel riportare i contenuti di alcuni importanti interventi sulle dimissioni di Simone Celli. Parlando nel comma apposito il consigliere di Rete Elena Tonnini aveva detto “Provo una sensazione di imbarazzo sapendo che Celli tornerà in aula come consigliere. Che chi ha alimentato uno scontro tra istituzioni rimarrà a rivestire un ruolo istituzionale. C’è poi preoccupazione per le parole con le quali ha concluso la sua lettera di dimissioni perché Celli andandosene ha fatto una promessa ai suoi padroni lasciando detto che il lavoro verrà portato avanti. Per non parlare dell’attacco a Bcsm e al Tribunale che ha fatto capire chiaramente come per qualcuno sia più importante difendersi dalle ordinanze anziché da Confuorti. La verità è che non è assolutamente come dice il consigliere di Ap Matteo Fiorini che le ordinanze favoriscono una parte politica mettendo l’altra in difficoltà.
A ben vedere infatti le ordinanze favoriscono tutti perché danno l’opportunità di capire in tempo che ci sono persone che potrebbero non perseguire il bene del proprio Paese”. Gli avvoltoi della finanza sono ancora in attesa di mettere le mani sulla parte più succulenta di tutta la partita che sono i crediti Delta. “Non vi è dubbio – ha detto la Tonnini – che come scritto nell’ordinanza del giudice Morsiani sia quello il centro degli interessi di Confuorti”. Mancano pochi giorni alla decisione finale e anche se sempre di più l’opposizione si sta convincendo che la maggioranza tirerà dritto con la svendita, da più parti stanno arrivanno appelli ad innestare la marcia indietro.
“Oggi abbiamo un valore sul quale la politica non può più sbagliare – ha detto William Casali (Pdcs) – non deve commettere cioè il solito errore di non credere che San Marino possa gestire questi crediti, che non ci siano professionalità adeguate. Non abbiamo ancora capito? Facciamo ancora i soliti errori? Nel momento in cui vendiamo gli Npl le perdite diventano immediatamente debito pubblico, i cittadini devono essere tutelati. Vendere in questo modo vuole dire sperperare del valore. Chi compra non lo fa per scopi umanitari ma ha un guadagno sicuro. Quel guadagno dobbiamo tenerlo a San Marino. Abbiamo un sistema finanziario capace, la politica deve scommettere su quel sistema”.
L’ultima decisione – quella che sarebbe già stata presa nelle stanze dei bottoni – è attesa per il 29 ottobre ma a pochi giorni di distanza manca effettivamente quella fiducia per esempio nei vertici di Cassa di Risparmio che dovrebbe stare alla base di ogni scelta. “L’ordinanza ci dice – è sempre Tonnini a specificarlo – che il presidente di Cassa Zanotti anziché fare gli interessi della banca di stato fosse il tramite per far pressioni sul direttore affinché venisse concessa una proroga a Leiton”.
La RepubblicaSM