Perché la guerra fredda è stata fredda?
Bisogna rispondere a questa domanda: perché la guerra fredda è stata fredda?
Prima della risposta ne propongo altre di domande.
Perché la guerra, essendo fredda, ha garantito la pace?
Perché abbiamo avuto la pace, fra le più durature della storia in Occidente e in Europa, circa 80 anni, proprio nell’epoca, in corrispondenza dell’epoca in cui le armi a disposizione del mondo sono le più potenti e distruttive che la storia ricordi?
Per due ragioni. Tante ragioni, ma due soprattutto.
Si chiamano equilibrio della forza e forza della politica.

Il mondo occidentale è stato in pace e ha costretto alla pace l’altra grande potenza politica e militare, l’Unione Sovietica, perché le forze militari erano in sostanziale equilibrio, equilibrio missilistico e atomico, e perché il mondo era governato dalla politica. Che era forte.
Dopo il crollo del Muro, abbiamo affidato alla NATO, governata dall’America, la pace in casa nostra e abbiamo sostituito la politica con il commercio.
Siamo forti con le armi e con i soldi.
Il commercio governerà il mondo!
Il mercato è virtuoso in sé.
Così ci siamo impiccati.
Il mercato è necessario ma non è virtuoso in sé. Comprare il gas dalla Russia ignorando la Crimea non è virtù.
Far crescere la finanza 10, 100, 1000, volte più dell’industria reale in soli 20/30 anni, non è virtù.
La riduzione in monopoli globali dell’industria della tecnologia, le Big Tech, non è virtù.
La trasformazione che sfocia in dominio, delle “democrazie digitali”, dei social, che arrivano ad abbattere le democrazie reali, non è virtù.
Disintermediare parlamenti e partiti e corpi intermedi e stati e la politica, con strumenti in mano di pochi, non è virtù.
Insomma, l’equilibrio del mondo, che ci ha regalato la pace, viene travolto nel momento in cui il commercio prevale sulla politica.
E i commerci senza politica di fanno avanti con l’uso della forza. Con le guerre.
Sul terreno e ibride. Con i cannoni e col veleno nelle vene dei dissidenti, la propaganda nel cervello dei pacifinti, le fake nelle urne.
Il mercato senza politica porta alla guerra.
La forza senza politica porta alla guerra.
Due parallele che arrivano allo stesso punto.
La piazza della pace e dell’Europa di ieri è una piazza inconsapevole.
Per carità, ho visto tante bandiere dell’Europa, ma le mani che le tenevano in pugno erano, sono, inconsapevoli, in molti, troppi casi.
Il promotore è più che inconsapevole.
I discorsi evanescenti. Triste insipienza.
Quella piazza dice, forse inconsapevolmente( le altre piazze consapevoli lo erano del tutto, quella prossima di Conte sarà addirittura fiancheggiatrice), che noi possiamo e dobbiamo conservare il nostro bel giardino senza forza, nonostante il mondo sia andato nelle mani di dittatori che fanno le guerre, nei diversi modi, che minacciamo l’atomica e che si mettono d’accordo con i nuovi mercanti. Con la forza.
Convergendo su una cosa soprattutto: che quel giardino fa schifo. Che può essere tranquillamente eroso o calpestato.
Non è possibile, non si può fare.
Il riarmo europeo è politica. Fatto politico primario.
E’ mettere insieme una comunità consapevole per difendersi da chi ci è ostile, capace di trarre forza da chi è inconsapevole.
La decisione del riarmo è il passo più veloce( necessariamente e ineluttabilmente veloce) per la difesa comune.
Per raffreddare le guerre.
150 miliardi di debito comune per la difesa e altri 650 fuori dal Patto di stabilità, sono fatto politico enorme. Acquisti comuni, produzioni comuni, informazioni condivise, tecnologie condivise, massimo coordinamento.
Sono mastice e cemento di una nuova Europa.
Che rinasce politica.
Contro la forza dei mercanti e i mercanti della forza.
E’ un riarmo per disarmare. Per raffreddare. Generali e mercanti.
Sergio Pizzolante