Perché la sinistra di Schlein e Conte e dei Talk e della giustizia ingiusta perde.
Perde perché non capisce la realtà.
Non la conosce, non la sa leggere, non la vuole leggere.
Vede un paese sconvolto e depresso e non è vero. Pubblico più avanti alcuni dati stupefacenti elaborati dal professor Marco Fortis, economista della Fondazione Edison, oggi su Il Riformista.
Vede precarietà ovunque e non è vero: i dati dell’occupazione a tempo indeterminato grazie al Job Act( di grazie al Job Act!!) sono i migliori di sempre.
Vede la corruzione ovunque e non è vero: i dati del Viminale dicono che è in discesa continua da oltre 20 anni.
Vede omofobia dappertutto e non è vero.
Se tu vuoi interpretare un mondo che non c’è, il mondo che c’è non ti riconosce.
Tu vedi ovunque precari e ladri e disperati e fascisti e omofobi e tutti gli altri non sanno di che parli, che vuoi.
E partecipi a decine di Gay Pride al giorno e sostieni tutte le retate delle Procure e tutte le storture fiscali e quelli che lavorano e fanno impresa e vorrebbero essere sostenuti in questa crescita, non ti capiscono.
I dati straordinari di Fortis.
Dal 2015 in poi è calato in Italia in modo deciso il numero delle persone gravemente deprivate sotto il profilo materiale e sociale (cioè gli individui che non possono permettersi almeno 7 dei 13 fabbisogni personali e famigliari basici indicati dall’Eurostat).
I progressi del mercato del lavoro sono noti.
Per chi vuole notarli.
Sono meno note le cifre sulla “deprivazione materiale” delle persone che pure sono impressionanti.
Infatti, nel 2015 le persone in condizioni di severa deprivazione in Italia erano ben 7 milioni e 386 mila, mentre nel 2022 il numero è sceso verticalmente a 2 milioni e 613 mila (contro circa 5 milioni della Germania, i 4,7 milioni della Francia e i 3,5milioni della Spagna).
Nel 2015 la percentuale di persone in severa de privazione in Italia era pari al 12,1%, contro il 5,7% della Germania, il 6,8% della Francia e il
7,4% della Spagna.
Nel 2022 la situazione appare completamente ribaltata.
Infatti, l’Italia è scesa al 4,5%, il suo valore più basso di sempre e il più basso tra le quattro grandi nazioni della moneta unica; la Germania è invece salita al 6,1% (suo massimo storico da quando esistono le serie), la Francia è salita al 7,5% (anche in questo caso un massimo storico), mentre la Spagna è rimasta più o meno sempre agli stessi livelli ed è oggi al 7,7%.
Non solo le imprese, dunque, protagoniste di un triennio record di esportazioni dopo la pandemia, ma anche le famiglie italiane stan- no oggi molto meglio di dieci anni fa.
Ciò spinge i consumi interni di beni e servizi.
E in più il nostro Paese sta vincendo la sfida del turismo, attraendo milioni di turisti stranieri “affamati” di Italia.
Nei primi quattro mesi del 2023, secondo l’Euro- stat, il numero di pernottamenti di turisti stranieri in Italia è salito a 42,4 milioni, con una crescita record di oltre 12,5 milioni in più, pari a +43% ri- spetto allo stesso periodo dello scorso anno.
L’aumento in Francia è stato del 23% e in Spagna del 25%.
In altre parole, abbiamo letteralmente stracciato i nostri maggiori competitor.
E siamo quasi tornati agli stessi livelli record di turisti stranieri prepandemia.
Non solo.
Infatti, sempre nei primi quattro mesi di quest’anno, abbiamo avuto anche oltre 5 milioni di pernottamenti in più di
turisti italiani rispetto al 2022.
Tutti numeri che spiegano perché l’Italia, diversamente dal passato, veleggi ormai nella parte alta della classifica della crescita economica mondiale.
Quando la sinistra saprà leggere questa realtà, saprà, forse, occuparsene. Per consolidarla e farla crescere ancora.
Sarebbe il lavoro della sinistra. In realtà.
Che invece svolazza fra Pride e Procure.
Che corre ad inseguire Conte.
Che spinge i giovani ad attendere lo Stato anziché immergersi in una economia che corre.
Che alimenta odio, invidia sociale, sfiducia e malessere collettivo.
In questo quadro, dall’altra parte, qualcuno, qualcuna, di altezza normale, sembra un gigante.
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